SPIAGGE "BENI COMUNI"

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11. Patrimonio naturale

Introdurre nella legislazione italiana la categoria dei “beni comuni” con relative norme per la loro tutela e gestione, in modo da sottrarli, in tutto o in parte, alle regole di mercato, garantendone così la funzione sociale e collettiva. Istituire un limite massimo del 50% delle aree demaniali marittime concedibili. Il limite va imposto per il i singoli comuni, su tratti omogenei di costa.

Commento
Oltre che tratti omogenei dovrebbero essere alternate spiagge libere e concessioni per migliorare l'accessibilità. Rivedere il concetto di spiaggia libera attrezzata, ora per la quasi totalità sono stabilimenti balneari come gli altri. Dovrebbero essere spiagge in cui è possibile affittare attrezzatura con gabbiotto uso bar o piazzarsi con la propria
È giunto il tempo di avviare un ridisegno complessivo ed organico delle regole, conciliando il giusto diritto a fare impresa degli imprenditori balneari con il diritto dei cittadini a fruire di un bene pubblico come le spiagge, senza mai tralasciare la tutela ambientale e paesaggistica delle aree marino-costiere. Per tutto quanto suesposto si propone di: 1) Introdurre nella legislazione italiana la categoria dei “beni comuni” con relative norme per la loro tutela e gestione, in modo da sottrarli, in tutto o in parte, alle regole di mercato, garantendone così la funzione sociale e collettiva; 2) Istituire un limite massimo del 50% delle aree demaniali marittime concedibili. Almeno il 50% delle spiagge deve esser destinata alla fruizione libera o libera/attrezzata. Il limite va imposto per il i singoli comuni, su tratti omogenei di costa; 3) Prevedere concessioni di durata massima settennale ed introdurre il divieto di subconcessione; 4) Incrementare i canoni concessori di un valore compreso tra il 50% ed il 100%, a seconda del “pregio” del tratto di costa, e destinare la metà del gettito ai Comuni per interventi finalizzati esclusivamente alla gestione, alla fruizione ed al mantenimento del demanio marittimo, nonché per interventi di difesa della costa ed al miglioramento della fruizione delle spiagge libere e delle spiagge libere attrezzate gestite in house; 5) Ripristinare la legalità laddove, senza permessi, sono state costruite strutture, sono state spianate dune per realizzare parcheggi, pavimentazioni per ristoranti, aree sportive, ecc. 6) Garantire, attraverso apposita regolamentazione, l’accesso alla battigia e al mare degli animali domestici da affezione al seguito dei fruitori; 7) Prevedere processi partecipativi che coinvolgano le rappresentanze dei lavoratori, delle imprese e dei consumatori, incluse le associazioni portatrici di interessi generali in materia di ambiente, turismo e diritti civili nella definizione dei Piani Demaniali regionali e comunali; 8) Garantire la totale ed assoluta trasparenza attraverso la pubblicazione on line dei dati concernenti l’oggetto e le caratteristiche delle concessioni e i relativi canoni, con indicazione degli importi dovuti e di quelli effettivamente versati; 9) Prevedere, in sede di affidamento della concessione, criteri premiali per le offerte che pongono particolare attenzione alla valorizzazione di obiettivi di politica sociale, della salute e della sicurezza dei lavoratori nonché per gli operatori economici in possesso della certificazione della parità di genere, per i concessionari che si sono distinti nella gestione ecosostenibile delle spiagge e per le imprese a prevalente o totale partecipazione giovanile; 10) Prevedere, tra i criteri per la definizione delle procedure selettive di affidamento delle concessioni: l'individuazione di requisiti che favoriscano anche la partecipazione degli enti no profit e di imprese di piccole dimensioni, nonché l'esclusione di coloro che abbiano commesso abusi o altri illeciti legati alla gestione del demanio pubblico; 11) Individuare condizioni del servizio finalizzate al miglioramento dell’accessibilità e fruibilità del demanio anche da parte dei soggetti con disabilità; 12) Favorire il processo di progressiva rinaturalizzazione delle coste, assicurando il minimo impatto sul paesaggio, sull’ambiente e sull’ecosistema mediante interventi consistenti esclusivamente nell’installazione di strutture ed attrezzature non fisse e completamente amovibili; 13) Prevedere la riduzione delle barriere architettoniche e visive di natura antropica che ostacolano la libera fruizione degli arenili e del mare.
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