Sovranità o sovranismo? Un bivio inaggirabile tra democrazia e democratura, tra socialismo e neoliberismo.

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1. Carta dei Principi e dei Valori

Il mio contributo, si da qui, verterà sulla proposta di verificare il reale rispecchiamento tra le parole d'ordine (delle stesse 5 Stelle) e la realtà alla luce delle radicali trasformazioni che stanno interessando equilibri e orizzonti del pianeta, del passaggio dall'egemonia occidentale al multipolarismo. Senza una scelta sistemica non sussistono le pratiche, i desideri, le parole stesse.

2. Istituzioni e coesione territoriale

La storia non è un arido territorio di retoriche, omissioni e strumentalizzazioni, ma uno strumento fondamentale di analisi e orientamento. La rilettura delle nostre vicende postunitarie e postbelliche deve rilevare le ragioni e le strategie sistematiche di sabotaggio del sud e delle aree interne appenniniche e da lì rifondare una politica nazionale. Il M5S sa e può ripartire da qui?

3. Enti locali

Lo smantellamento e il drenaggio ordoliberista, nel corso degli ultimi 35 anni, dell'autonomia economica e geostrategica delle nazioni europee (assumendo l'UE come strumento della strategia imperiale e finanziaria statunitense), non ci consente oggi di poter realisticamente parlare di politiche locali senza rimettere in questione il quadro superiore. Da che parte vuole stare il Movimento?

4. Economia, lavoro, impresa

La ricetta neoliberista e geopolitica imposta (anche) alla traiettoria italiana ci ha portati a questa crisi sistemica. Tutto questo mina la possibilità della nostra autonomia, nega i principi stessi della Carta e impedisce di riattualizzare il modello socio-economico sostenibile che ci rese una potenza innovativa. Per questo fummo prima terrorizzati e poi espropriati. Da dove vogliamo ripartire?

5. Salute e inclusione sociale

Le cupe prospettive delineate da Draghi e Letta vanno decisamente verso il definitivo smantellamento del welfare europeo novecentesco a solo vantaggio del drenaggio finanziario del risparmio, della salute, della previdenza. L'assalto (agevolato dall'UE) delle Big Three su questi ultimi baluardi sarà il colpo di grazia. Da che parte vuole stare il Movimento?

6. Giustizia e legalità

Le "schiforme" del governo Meloni sono il compimento del Piano di Rinascita Democratica inaugurato dallo stragismo gladiatore degli anni 70 e ribadito negli anni 90. Non può esserci riforma della giustizia e legalità finché non verrà storicizzato il nesso diretto, genealogico, tra l'espropriazione programmata della nostra democrazia e chi ne sta incassando i frutti. Scarpinato docet.

7. Transizione ecologica e digitale

L'idea che la tecnologia e le politiche ambientali siano sganciate dall'epicentro della crisi globale al punto da poterle trattare come meri temi di gestione locale, è forse il tratto più ingenuo o retorico dell'impianto M5S. Non possiamo gestire questa transizione, perché risponde a strategie e a proprietari sovranazionali e per conto dei quali siamo in guerra. Da che parte saremo?

8. Istruzione, università, cultura e informazione

Come per la salute e l'inclusione dobbiamo chiederci entro quale quadro queste politiche trovano spazio e a quale fine. In un sistema neoliberista che si percepisce in piena guerra esistenziale, in un piccolo paese schierato, impegnato da oltre 30 anni a smantellare il suo modello socialdemocratico, che spazio d'azione, che significato hanno questi fondamentali nodi? Quale equità? Quale libertà?

9. Politiche di genere e diritti civili

Per troppi anni i partiti dello pseudo centro-sinistra hanno utilizzato questi temi come una foglia di fico per fingere una differenza dal centro-destra, mentre declinavano le stesse politiche svendipatria. E malgrado ciò non sono stati neanche in grado di passare dalle parole ai fatti. La precarizzazione delle esistenza ha anzi eroso diritti già acquisiti. Non ci rendiamo conniventi con loro!

10. “Città 2050” e Pnrr (sicurezza e politiche per la casa)

Entro il 2050, si dice, il 70% degli abitanti del pianeta vivrà in città. Una simile previsione esclude una guerra imminente ma, ammesso, dovrebbe essere completamente ribaltata nella progettualità italiana. Il 70% delle nostre aree interne è a rischio spopolamento, idrico, sismico; è isolato, abbandonato. Ma è il nostro vero futuro inespresso. Che il M5S si assuma questa di sfida!

11. Patrimonio naturale

E mi ricollego al punto 10. Buona parte del nostro patrimonio naturale è ciò che il Paese non vuole vedere come vera potenzialità, e non nei termini di sfruttamento turistico, speculazione, rendita e consumo di suolo, come testimoniano le città e le coste. L'habitat dei territori Appenninici (da nord a sud) è un sistema storico-naturale-produttivo che solo se riconnesso sarà tutelabile.

12. Politiche giovanili

Siamo il paese più vecchio del mondo, sempre più classista e immobile, che caccia ogni anno centinaia di migliaia dei pochi giovani che a stento (e a spese di un welfare sempre più familiare) riesce a formare; e che rifiuta l'immigrazione. Non si tratta di fare politiche da riserva indiana (analoghe a quelle di genere), si tratta di riprenderci l'autonomia strategica per cambiare paradigma.

13. Infrastrutture e mobilità sostenibile

Se non ci sganceremo dall'avvitamento UE-NATO, continueremo a declinare una cultura di guerra e neoliberista, del debito e dell'iniquità, a solo vantaggio dell'1%. La vera sfida dell'Italia è la sua messa in sicurezza e il drenaggio delle sue città a vantaggio di un ripopolamento delle aree interne, ridemocratizzando e capillarizzando strade e ferrovie. E quindi riscoprendoci mediterranei.

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