Riforma della Costituzione e riequilibro fra le generazioni

Materia: Altro
Contenuti

16 - Altro

Riforma della Costituzione della Repubblica per garantire il riequilibrio fra le generazioni.

Commento
Buon pomeriggio a tutti simpatizzanti ed iscritti. Nel sistema costituzionale della Repubblica era previsto un equilibrio fra le generazioni. Il sistema è parlamentare. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita attraverso il Parlamento, massimo organo elettivo ed unico eletto a suffragio universale e diretto mediante voto libero uguale e segreto. I costituenti del 1947 avevano ben chiara la società della loro epoca quando i centenari erano una rarità e forse anche gli ottuagenari. Oggi, quando la vita media si è allungata e di molto, al punto che l’Italia ha una delle popolazioni più longeve del modo, gli equilibri, che la Costituzione prevedeva, si sono di fatto modificati. Infatti, nel 1948 si poteva essere eletti alla Camera dei Deputati al compimento del 25 anno di età epoca in cui si poteva essere elettori del Senato della Repubblica ed eletti senatori al 40 anno di età. La legge costituzionale 18 ottobre 2021, n. 1 “Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica” ha reso elettori attivi per il Senato della Repubblica anche i diciottenni, così facendo venir meno quell’equilibrio che i Padri Costituenti avevano voluto fra Senato della Repubblica e Camera dei Deputati. Si dice che il sistema sia caratterizzato dal bicameralismo perfetto e si critica il bicameralismo perfetto, ritenendo Camera e Senato una inutile duplicazione. Il discorso è lungo e fonda le sue radici nello Statuto Albertino del 1848. Lo spunto di riflessione che intendo sottoporvi è che il bicameralismo perfetto non è un’unitile duplicazione ma un sistema di pesi e contrappesi fra le generazioni. È questa la ragione per cui sino al 2022 si era elettori del Senato solo a 25 anni perché si presumeva che il ramo del Parlamento destinato ai Senatori della Repubblica, da intendersi gli ultraquarantenni dovesse essere eletta da gente un po’ più adulta dei semplici maggiorenni. All’emanazione della Costituzione Repubblicana, infatti, la popolazione non aveva le aspettative di vita odierne e chi aveva 40 anni ben poteva essere considerato Senatore della Repubblica ove si consideri che la speranza di vita era di 65,5 nel 1959. (fonte M. Livi Bacci, Storia minima della popolazione del mondo, Bologna, Il Mulino, 1998, pag. 42). Questo giustifica anche il limite inferiore di età dei 50 anni per l’elezione del Presidente della Repubblica. Oggi che l’aspettativa di vita si è allungata notevolmente si dovrebbe riequilibrare il rapporto fra le generazioni nelle istituzioni e quindi spostare l’età per l’elettorato passivo al Senato di almeno un lustro se non di due, idem per l’età del Presidente della Repubblica. In questo modo il peso dei bisogni delle generazioni nel potere legislativo sarebbe riequilibrato. È un dato di fatto che la precarizzazione del lavoro abbia spostato in avanti molte delle tappe della vita. L’acquisto della casa, il matrimonio, il primo figlio e così via. Pensare che oggi un quarantenne che è padre da poco sia paragonabile ad un quarantenne del 1947 è irrealistico. Si pensi all’ingresso nella carriera della magistratura togata. Raccontava il Presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro di essere entrato in Magistratura a 24 anni. oggi sarebbe impensabile dopo la riforma Mastella, che ha reso di secondo livello il concorso in Magistratura ed in magistratura bene che vada si entra otto dieci anni dopo. Dunque per essere Senatori della Repubblica non è pensabile che oggi si abbiano solo 40 anni perché come detto i quarantenni odierni sono portatori di bisogni ed istanze nettamente diverse dai quarantenni del primo dopo guerra. Per questo motivo Camera e Senato esistono perché sotto la vigenza dello Statuto albertino il Senato non elettivo doveva rappresentare i regnicoli nobili ed era la garanzia per la Monarchia di una costituzionalizzazione del suo potere che non passasse dall’assolutezza alla mera osservazione, mentre nella Repubblica Italiana il popolo viene rappresentato nelle sue diverse fasce di età nella Camera dei Deputati, destinata alle istanze della popolazione più giovane e nel Senato della Repubblica destinato a rappresentare le istanze dei Senatori della Repubblica per fascia di età, che oggi ben può comprendere dai cinquantenni in su. Se si preservasse questo equilibrio voluto dai padri costituenti si otterrebbe ad esempio che sulle pensioni dei più giovani non deliberino esclusivamente i più attempati che la pensione la hanno avuta privilegiata e retributiva, ad esempio e che sui contratti di lavoro non deliberino e legiferino coloro che il precariato lo hanno riservato alle generazioni successive alla propria, che ha conosciuto le tutele dello Statuto dei lavoratori i cui art. 18 e 19 sono figli dell’Università degli Studi di Bari, quando professore di diritto del lavoro era un certo Gino Giugni.
(Numero massimo di caratteri) / 200