banca non speculativa

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4. Economia, lavoro, impresa

In questa proposta si vuole promuovere l’istituzione di una Banca Commerciale, veramente popolare, veramente etica, no-profit, e soprattutto non speculativa.

Commento
6) ISTITUZIONE DI UNA BANCA NO-PROFIT NON SPECULATIVA. In questa proposta si vuole promuovere l’istituzione di una Banca Commerciale, veramente popolare, veramente etica, no-profit, e soprattutto non speculativa che abbia come obiettivi: a) Raccogliere i fondi dei piccoli risparmiatori e remunerarli con interessi qualche punto sopra il tasso di inflazione corrente. b) Coprire con una garanzia dello Stato tali depositi al 100% contro ogni evenienza. c) Offrire a chi ne abbia dimostrato bisogno, e senza necessità di garanzie reali, finanziamenti a tassi poco al di sopra del livello di inflazione corrente. d) Raccogliere i depositi dei fondi pensione dei lavoratori, protette dall’erosione dell’inflazione e protette da rischiosi impieghi speculativi, con garanzia Statale del 100%. e) Offrire alle piccole aziende supporto tecnico/amministrativo per gestire gli investimenti e la corretta amministrazione dell’azienda. Considerazioni.  A. Lo scopo principale della proposta e quello di ripristinare il concetto implementato nel New Deal rooseveltiano degli anni ’30 di netta separazione tra le banche commerciali e le banche d’affari (speculative). Si ritiene che al giorno d’oggi TUTTE le banche italiane, europee e mondiali in generale abbiano come obiettivo primario (o unico) quello di massimizzare i profitti. Ciò comporta che tutti i depositi dei clienti, a qualunque scopo siano stati depositati, vengano utilizzati, anche senza l’esplicito consenso dei clienti per azioni speculative, generalmente profittevoli ma a volte molto rischiose e sovente con risultati disastrosi per la banca e per i clienti. Vedasi Monte dei Paschi di Siena.  B. Secondariamente si tratta di salvaguardare i fondi pensione dei lavoratori che, generalmente vengono gestiti per massimizzare il loro rendimento nel tempo con risultati non prevedibili con certezza. Di conseguenza al momento di andare in pensione ci si può trovare con amare sorprese. Vedasi ad esempio l’IMPDAI ente previdenziale dei dirigenti d’impresa privati, che malgrado gli ingenti contributi di assicurati e aziende, grazie soprattutto a una sciagurata gestione del patrimonio immobiliare andò a fallimento, poi salvato per gli assicurati dall’INPS. Varrebbe la pena menzionare anche tutti gli istituti pensionistici che si sono dissanguati per dare pensioni a categorie che non avevano mai fatto dei regolari versamenti.
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