Lorella Pelagalli
Sono un medico anestesista e infettivologo. Negli anni più recenti ho dedicato la mia attività alla cura del dolore nei pazienti oncologici e alla prevenzione dell'antibiotico resistenza.
Mi sono trasferita in Oman nel 2022 dove ho rivestito la posizione di Senior Consultant in Terapia del dolore e Cure palliative presso il nuovissimo ospedale governativo Sultan Qaboos Comprehensive Cancer Center and Research in Muscat. La conoscenza avanzata della lingua Inglese è fondamentale per accedere a tale ruolo.
Ho accettato questa posizione per dare il mio contributo professionale, sviluppato in decenni di attività lavorativa presso l'Istituto Nazionale Tumori di Roma Regina Elena, in una parte del mondo dove la Sanità è gratuita per tutti e c'è una forte esigenza di costruire strutture all'avanguardia per garantire l'eccellenza a tutti i cittadini che per la maggior parte delle volte sono costretti a viaggiare all'estero per le cure sanitarie.
Nel Gennaio 2024 sono tornata in Italia.
Negli ultimi anni lo studio dell’antibioticoresistenza è stata oggetto della mia attività clinica e di ricerca, con particolare riferimento al rischio infettivo nei pazienti immunocompromessi, alla gestione multidisciplinare delle infezioni gravi, alla definizione e valore clinico della terapia antimicrobica di precisione e allo studio delle variabili epidemiologiche correlate al rischio clinico.
La resistenza antimicrobica (AMR)
causa 1,3 milioni di decessi e contribuisce a 5 milioni di decessi ogni anno.
Entro il 2030, la resistenza antimicrobica potrebbe costringere 24 milioni di
persone alla povertà estrema. I fattori trainanti della resistenza
antimicrobica sono molteplici, non ultimo gli allevamenti intensivi i cui danni
sono stati illustrati al Parlamento Europeo con la proiezione del documentario
"Food for Profit" di Giulia Innocenzi.
Un’altra causa dell’incremento della resistenza ai farmaci da parte di alcuni microrganismi – un’emergenza che si stima possa arrivare a provocare fino a dieci milioni di morti entro il 2050 – è da ricercare nelle guerre. I conflitti provocano infatti una serie di conseguenze sanitarie: dalla distruzione dei centri di cura alla carenza di medicinali, dalla contaminazione da metalli pesanti al crollo delle condizioni igienico-sanitarie.
L'impegno finanziario e politico, così come l'interesse scientifico, attraverso l'impegno dei governi, del settore privato e della società civile sono cruciali.
La percezione generale della resistenza agli antibiotici è che sia quasi interamente correlata a quantità di antibiotici utilizzati, non solo nel senso ampio dell'uso comparativo da parte d paesi ma anche negli individui. Tuttavia, le evidenze empiriche disponibili suggeriscono che queste due variabili non sono perfettamente correlate a livello nazionale e tra paesi.
È opinione condivisa da tutti gli scienziati che si occupano di questo problema che altri fattori siano altrettanto importanti, se non addirittura più importanti, per spiegare le variazioni di resistenza osservate tra regioni e paesi. In particolare, viene sottolineato il contributo della corruzione.
Si ritiene che una comprensione più completa della resistenza agli antibiotici richieda un approccio unificato che combini non solo la quantità di antibiotici utilizzati, ma anche altri fattori che possono avere un impatto sulla qualità dell'uso degli antibiotici, sul controllo e sulla diffusione dei batteri resistenti a livello nazionale.
Numerosi studi pubblicati su prestigiose riviste scientifiche hanno messo in evidenza anche in Europa la correlazione tra corruzione ed antibiotico resistenza.
Oltre a creare le condizioni
per amplificare il problema dell’antibioticoresistenza, il conflitto
che vede protagonista la Russia contro Kiev sta determinando una pericolosa
recrudescenza di diverse malattie infettive, partire dalla regione di
Charkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina, dove i numeri di alcune
malattie infettive sono quasi raddoppiati.
Una situazione preoccupante che, complice anche il mancato rilevamento dei casi
meno gravi di infezione, rischia di “rendere incontrollabile la diffusione di
diverse malattie prevenibili: a partire dal morbillo”, per dirla con Maryna
Railian, epidemiologa dell’Università di Kharkiv, che assieme alla
collega Tetyana Chumachenko ha esaminato l’impatto sanitario del
conflitto tra Russia e Ucraina nei primi nove mesi del 2022.
Punto di partenza dell’analisi è stato il loro territorio: uno dei più colpiti dalla guerra, che ha determinato un drastico calo nell’adesione nelle vaccinazioni nell’accesso alle cure. E, come prevedibile, una recrudescenza di diverse malattie infettive. (fonte aboutpharma.com)
La pandemia ha dimostrato che sistemi sanitari efficienti e resilienti sono essenziali per la salute e il benessere dei paesi europei.
Per tali motivi ritengo utile fornire al Movimento le mie competenze avanzate in ambito medico, frutto di esperienza e aggiornamento continuo.
Per l'incarico che attualmente svolgo ho sviluppato doti di leadership e di insegnamento che mi portano a condividere idee e opinioni con professionalità diverse.
Formazione
Qualifica Dirigente Medico
30/07/1984 Laurea in Medicina e Chirurgia
Università Sapienza, Roma (Italia)
30/07/1988 Specializzazione in Anestesia e Rianimazione
Università Sapienza, Roma (Italia)
05/06/2009 Specializzazione in Malattie Infettive
Campus Biomedico, Roma (Italia)
01/02/2017 Master II° Livello Organizzazione e Management Aziende Sanitarie
ALTEMS Università Cattolica, Roma (Italia)
Seguo sin dalla nascita le attività del movimento, condividendo appieno le idee del capo politico attuale.
Negli anni '80 come volontaria del Partito radicale, ho partecipato alle marce per l'ambiente e per la difesa dei diritti delle donne. Ho attivamente partecipato alle attività del Comitato di quartiere dove ho vissuto.
Non sono mai stata iscritta ad alcun partito politico.