Seguo il M5S dal 2007, a Lodi dove lavoravo da emigrante e dal 2012 nel comune di residenza/provincia (CE).
Il voto non è mai stato libero, non lo è ovunque, ma in Italia non lo è maggiormente, probabilmente a causa dell’influenza soffocante delle mafie politiche. La politica nell’ultimo quarto di secolo ha fatto proprio il sistema mafioso. Storicamente chi governa ha sempre usato bande criminali per conservare il potere. Dai tempi dei briganti, del banditismo fino ai patti della Mafia siciliana negli anni ‘90 dello scorso secolo. Ma nel ventennio del nuovo Millennio la politica sembra essere diventata essa stessa mafia. Tentativi di ridimensionare il sistema mafioso italiano, disorganizzando la criminalità al fine di poterla controllare, sono stati fatti, ma il risultato ottenuto potrebbe essere stato inverso: potentati politici diventati dei clan trasversali ai partiti.
Le Mafie oggi, come la politica, si basano sul consenso sociale piuttosto che sulla paura. Per avere consenso su una società sempre più povera si dà ai poveri un po’ di reddito sotto forma di elargizione, regalie, privilegio rispetto ad altri poveri. Ecco così che il reddito di cittadinanza torna a essere pensione di invalidità, piccola regalia, bonus sociale, contribuzione di stato…In questo guazzabuglio, sguazzano avvocati, patronati, mediatori, facilitatori. Chi ha realmente bisogno dei sussidi non riesce ad accedervi e viene lasciato solo; spesso trovato morto in casa perché non è in grado di curarsi.
L’alternanza di clan politici a governare, incentrata sugli interessi di una minoranza dominante, ricatta la maggioranza della popolazione, svantaggiata da condizioni sociali indotte proprio da questa minoranza.Questa alternanza ha eroso il rapporto politico sociale ottenuto in mezzo secolo di rivendicazioni sociali e ha rimodellato, grazie al controllo, le relazioni politico sociali, per consolidare un rapporto di subalternità sulla cittadinanza lavoratrice. La ricattabilità su chi versa in condizioni sociali di dipendenza è garanzia di subordinazione!
Gli organismi preposti alla tutela del lavoro sono stati spinti a diventare associazione di iscritti, fornitori essenzialmente di servizi, al posto di ruolo di organizzatore del conflitto con chi detiene i mezzi di produzione e il padronato, così liberi di sfruttare il bisogno di lavoro per accumulare profitti.
foto di repertorio
Gli equilibri geopolitici mondiali degli Stati dominanti spingono a determinare condizioni di vita della popolazione al di sotto dei livelli di sussistenza. Questi Stati sostengono i propri interessi militarmente oppure con la propria capacità di ricatto economico-politico.Le conseguenti emigrazioni rendono più confacente la realizzazione di livelli di sfruttamento profittevoli globali.
Storicamente il conflitto tra classi sociali economicamente distanti, è stato governato con l'intervento dello Stato nell'economia intensificando l'intervento alla bisogna, stabilizzando ogni paese economicamente avanzato e sfruttando quelli del cosidetto Terzo Mondo.
La presenza stabile di forze armate dei paesi dominanti nei paesi dominati ha garantito il funzionamento di questo sistema fino al primo ventennio del nuovo Millannio, quando il controllo sociale di massa ha svuotato le istanze di autonomia delle classi economicamente svantaggiate depotenziandone le rivendicazioni e spezzando la mediazione politica. Il rischio che stiamo correndo in questi anni è che venendo meno gli equilibri politici consolidati, avanzano movimenti, partiti qualunquisti, personalistici controllati da chi detiene i mezzi i produzione e forti capitali.
La frattura tra la classe politica dominante e le classi popolari con conseguente mobilitazione incontrollata di queste ultime mina gli equilibri politici generali esistenti.
Viviamo in un periodo storico di rimodulazione dei rapporti tra potenze vecchie, in ascesa e in declino. Il sistema economico globale sta percorrendo nuove strade di sfruttamento per mantenere intatto il processo di accumulazione dei capitali.
La difficoltà più grande che stiamo vivendo è che sta diventando difficile leggere ciò che ci circonda: a partire dai giovani, che a scuola sanno leggere ma non capiscono quello che hanno letto. Non sappiamo valutare e usare le fonti di informazione, purtroppo spesso manipolate ad arte, per intervenire attivamente nella società.
Questo aspetto sta assottigliando le democrazie, perché se non si è capaci di capire come va il mondo, si diventa passivi rispetto a quello che succede, a partire dall’astensionismo elettorale.
In questo contesto, il ruolo delle classi popolari — fatte di precari, lavoratori in nero, pensionati con pensione misera, contadini e, in generale, le classi sociali con mobilità sociale bloccata — è quello di riprendere in mano il proprio destino, visto che le classi dirigenti si stanno dimostrando incapaci di gestire i grandi cambiamenti di questa nostra epoca.
Classe 1973 oggi è educatore. È stato giornalista e scrittore attivo nella provincia di Caserta, noto per il suo impegno nel raccontare il territorio, con particolare attenzione alle tematiche sociali, culturali e ambientali. Nei primi anni del 2000, ha diretto la collana di libri a carattere storico-biografico "IlMezzogiorno", dedicata a personalità locali. Ha curato un inserto domenicale multilingue per immigrati all'interno del "Giornale di Caserta". Ha collaborato con diverse testate locali e online, tra cui quella da lui fondata nel 1999 Caserta24ore, occupandosi spesso di cronaca, attualità e approfondimenti sul mondo campano.
È autore di diversi libri, in particolare nel campo della narrativa storica e del giallo ambientato al Sud Italia, dove unisce il rigore del giornalismo alla forza evocativa della scrittura letteraria. Alcune delle sue opere esplorano vicende legate alla memoria storica e alle contraddizioni della società contemporanea nel Mezzogiorno, attraverso le quali ha raccontato luci e ombre del territorio casertano.
Sebbene non sia un nome di notorietà nazionale mainstream, Gianluca Parisi è una voce autorevole nel panorama culturale casertano e campano, apprezzato per il suo stile preciso, empatico e attento ai dettagli. Attraverso le sue parole, ha unito il rigore dell’informazione al potere evocativo della narrazione, diventando una delle voci più autentiche del giornalismo e della letteratura campana contemporanea.
Nella scrittura creativa Gianluca Parisi rivela la sua anima di narratore. Le sue opere, tra giallo, romanzo storico e narrativa sociale, sono ambientate nel cuore del Sud Italia, dove i paesaggi, i dialetti e le tradizioni diventano personaggi a tutti gli effetti. Con uno stile asciutto ma ricco di empatia, Parisi riesce a coniugare il realismo del cronista con la profondità psicologica del romanziere. Le sue storie spesso indagano sulle contraddizioni del Mezzogiorno: il senso di appartenenza, la lotta contro l’abbandono, la bellezza nascosta tra i vicoli e le campagne. Non mancano riferimenti al folklore locale, alla storia recente e alle ingiustizie sociali, raccontate senza retorica e con umanità.
Tra le sue opere principali c'è “Il brigante Repubblicano” prima edizione nel 2012: un romanzo storico potente e coinvolgente che si colloca al crocevia tra giornalismo d’inchiesta, memoria storica e narrativa d’impegno. Quest’opera rappresenta uno dei suoi lavori più significativi, in cui la sua doppia anima: quella del cronista attento e quella del narratore appassionato si fondono perfettamente.
Tra le altre produzioni "Redazione Chiocciola" del 2009 racconta lo scoop della pubblicazione del documento di rivendicazione dell'omicidio di Marco Biagi, consulente del Ministro del Lavoro nel 2002. Le Nuove Brigate Rosse, quelle degli irriducibili, utilizzarono la posta elettronica come strumento di comunicazione per rivendicare l'efferato crimine, da cui il titolo del libro. Pur trattandosi di un evento storico tragico, Parisi descrive in chiave ironica le indagini che ne derivarono e delinea un quadro realistico della stampa dell'epoca. Nel 2008 quei fatti furono trattati nel manuale universitario "New journalism. Teorie e tecniche del giornalismo multimediale" edito da Mondatori del prof. Mario Pratellesi. "L'educatore nei convitti scolastici" del 2024, è un manuale per addetti ai lavori che fa luce su una figura professionale spesso trascurata nel mondo della scuola, offrendo una prospettiva approfondita."Il Novellino Oggi" del 2021 è una raccolta che unisce novelle antiche e racconti moderni, incentrati sul tema universale dell'amore.
Ultimo un romanzo storico, ambientato alla fine degli anni '90, su un tema di scottante attualità: la tratta di esseri umani. Un crimine persistente a livello globale di cui le donne rappresentano la maggioranza delle vittime identificate e restano il bersaglio principale dei trafficanti, seguite da lavoratori sottoposti a lavoro forzato e da minori costretti all'elemosina. Il romanzo esplora le storie di queste donne sfruttate, visibili in angoli inaspettati delle città o lungo le strade di periferia. Si tratta di un romanzo storico al femminile che promette una riflessione profonda sulla condizione umana, toccando temi quali l'emarginazione, la ricerca di identità e il desiderio di riscatto. Caratterizzato da un linguaggio vivace e una forte componente emotiva, la narrazione mira a coinvolgere il lettore e a stimolarlo a riflettere sulle ingiustizie sociali.
Con il suo stile diretto e realistico, indaga le esperienze e le sfide della vita di strada, spesso attraverso la lente della marginalità e della povertà nella società italiana. Parisi racconta le vicende di chi vive ai margini, evidenziandone speranze, lotte e relazioni; descrive umili uomini e donne alle prese con la dura necessità della sussistenza, costretti alla sopravvivenza. Lo fa attraverso la voce narrante della protagonista. Il romanzo, ispirato a storie vere, è dedicato ad Alma Seidjni, vittima della tratta, tragicamente scomparsa suicida a Roma nel 2021 all'età di 47 anni, a testimonianza di come gli abusi subiti segnino indelebilmente la vita di chi li patisce.