Francesco Mandoi

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Sono nato a Galatone (Lecce) il 14 ottobre 1951, e da sempre risiedo a Galatone.

La mia attività professionale, però, si è svolta in prevalenza fuori della mia città natale, in Italia ed all’estero.

La mia carriera di magistrato ordinario, iniziata nel 1981, si è svolta in Puglia solo per un breve, ma intenso periodo: appena nominato magistrato ho svolto le funzioni di Sostituto Procuratore della Repubblica prima a Brindisi e, successivamente, fino al 1994, a Lecce.

La funzione di Magistrato requirente è stata una mia scelta precisa, motivata da quello che è stato in qualche modo lo scopo di tutta la mia attività professionale: la convinzione che attraverso gli strumenti offerti dalla legge e nel rispetto della Costituzione si potessero promuovere i principi di giustizia sociale, libertà, legalità e solidarietà ispirati sia dalla mia formazione cattolica che dalla formazione politica nella sinistra riformista della mia giovinezza.

Per queste motivazioni, che mi hanno sempre accompagnato nel corso della carriera, nella mia attività professionale sia a Brindisi che a Lecce mi sono confrontato con la grave minaccia per l’intera collettività costituita dalle organizzazioni mafiose e della criminalità organizzata nazionale e transnazionale.

Sono orgoglioso di essere stato, in quel periodo, tra l’altro, il rappresentante della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, appena istituita, nel processo alla “Sacra Corona Unita” che ha avuto il merito, oltre che di segnare una prima battuta di arresto all’espandersi incontrollato della cultura mafiosa nelle Provincie di Lecce, Brindisi e Taranto portando con successo al giudizio della Corte d’Assise di Lecce 152 imputati, anche quello di portare all’attenzione della opinione pubblica l’esistenza e la pericolosità di quella che, da quel momento, venne considerata la “quarta mafia”.

Per le conoscenze acquisite durante le indagini sulla “Sacra Corona Unita” sono stato chiamato alla funzione di Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia nella XVIII legislatura, contribuendo all’elaborazione della relazione finale della Commissione.

Per le stesse motivazioni, successivamente, sono stato nominato consulente della Commissione Senatoriale di indagine sul fenomeno del caporalato in agricoltura, che ha svolto i suoi lavori fino al 1999 ed ho contribuito all’elaborazione della relazione finale contenente il risultato di numerose visite nei territori afflitti da tale fenomeno e le prime proposte di inasprimento delle sanzioni per l’attività di intermediazione abusiva nella fornitura di manodopera agricola.

Dal 1994 ho lasciato la Puglia ed ho svolto la mia attività dapprima in Basilicata, alla DDA di Potenza oberata dalle indagini sulle truffe nella ricostruzione dei territori colpiti dal terremoto, e successivamente nel 1996 al Ministero della Giustizia, come capo della Segreteria del Sen. Giuseppe Ayala.

Proprio nel corso di questa mia attività (conclusasi nel 1999) ho iniziato ad occuparmi di cooperazione internazionale nel settore della giustizia e dei lavori del Consiglio d’Europa :

sono stato, infatti, incaricato di negoziare con la Repubblica d’Albania gli accordi bilaterali necessari per incrementare la cooperazione giudiziaria fra i nostri due Paesi ed analogo incarico ho ricevuto in relazione alla negoziazione del programma PHARE nel settore della Giustizia con la Repubblica Ceca (all’epoca non facente parte dell’Unione).

Sono stato, inoltre, designato a far parte del Comitato di Esperti Internazionali incaricati di predisporre una raccomandazione del Consiglio d’Europa sull’etica professionale della Polizia (adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 19 settembre 2001- rec. (2001)10)

Le due direttrici della mia attività professionale, da questo momento sono state, appunto, il contrasto alla criminalità organizzata e la cooperazione internazionale vita non solo come strumento essenziale per l’efficacia di questo contrasto ma anche come  mezzo per la condivisione di conoscenze, esperienze e buone prassi per il miglioramento del sistema giustizia.

Dal 1999 fino al 2018 la mia attività di Sostituto Procuratore Nazionale presso la Direzione Nazionale Antimafia, prima, e poi anche Antiterrorismo si è svolta secondo queste direttrici.

Il Procuratore Nazionale Piero Vigna, per me indimenticabile mentore ed amico, infatti, sin dal mio insediamento, ha ritenuto di affidarmi l’incarico del collegamento con la Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, in modo da consentirmi di mantenere viva la mia conoscenza del fenomeno mafioso nel distretto di Lecce, Brindisi e Taranto, e mi ha affidato, nel contempo, una serie di incombenze nel settore della cooperazione internazionale che hanno perfezionato la mia esperienza nel settore e mi hanno dato, nel contempo, la possibilità di sentirmi protagonista dei cambiamenti in atto nella legislazione di alcuni Paesi che avevano più intense relazioni con il nostro Ufficio come Albania, Nigeria, Colombia, Macedonia, Messico.

Ho avuto, così, modo di organizzare personalmente, in collaborazione con la Seconda Università di Napoli, la “Prima conferenza pan-europea dei Pubblici Ministeri specializzati nel settore della criminalità organizzata” – tenutasi a Caserta dall’8 al 10 settembre 2000 il cui frutto è stata la istituzionalizzazione della Conferenza Europea dei Procuratori Generali dei Paesi appartenenti al Consiglio d’Europa, alle cui sessioni di Bucarest e Lubiana ho personalmente partecipato, su delega del Procuratore Nazionale Antimafia; di contribuire all’inserimento, nel testo del 2° protocollo addizionale alla Convenzione Europea di assistenza giudiziaria in materia penale, adottata il 19 settembre 2001, su – testualmente – “demande express de MM. Vigna et Mandoi”, di una norma sulla protezione dei testimoni e delle vittime del reato e sull’assistenza internazionale in siffatta materia; alla partecipazione al progetto CARDS regionale, avente ad oggetto lo “sviluppo di un affidabile e funzionale sistema di Polizia e la scoperta e la lotta ad ogni attività criminale e la cooperazione di Polizia”, nel quale sono stato nominato nel collegio degli esperti “Advisor” per conto della D.N.A.

Particolarmente intensi sono stati, a partire dal primo approccio finalizzato alla negoziazione degli accordi bilaterali, i rapporti con l’Albania instaurati sia con le Autorità Giudiziarie che con le Istituzioni politiche di quel Paese: è stato così possibile elaborare, su mio input e progetto, nel 2001, di una “mappa della criminalità albanese” in formato elettronico ed incentivare, sulla base di un memorandum d’intesa risalente al 1997, la collaborazione diretta fra le autorità giudiziarie albanesi e quelle italiane, vincendo non poche diffidenze e perplessità da parte italiana sull’affidabilità della giustizia albanese.

Accanto a questa attività di cooperazione ed a coronamento della stessa ho avuto  modo di comunicare e diffondere le esperienze e le buone prassi italiane partecipando, quale relatore:

al seminario organizzato nel dicembre 2001 dalla Procura Generale dell’Albania sulle misure di contrasto alla corruzione, nell’ambito del programma PA.CO – OCTOPUS;

al seminario, organizzato dalla Commissione Europea ed al consiglio d’Europa a Tirana nel gennaio e nel marzo 2002 sull’argomento delle “tecniche investigative”

al seminario organizzato nell’anno 2003 dalla Direzione degli AFFARI Giuridici del Consiglio d’Europa sulle indagini preliminari;

al Corso di perfezionamento per pubblici Ministeri, Giudici ed Ufficiali di Polizia Giudiziaria della Repubblica d’Albania, organizzato dalla Scuola di Ateneo per l’Alta Formazione Europea “Jean Monnet” della Seconda Università di Napoli in convenzione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri ( di questa iniziativa sono stato anche componente del Comitato scientifico e Vice direttore del Corso;

al seminario su “cooperazione Giudiziaria e di Polizia nella Convenzione di Palermo “, organizzato dall’I.S.I.C. di Siracusa con il contributo del Ministero della Giustizia italiano.

Su espressa richiesta del Ministro della Giustizia di quel Paese e autorizzazione del P.N.A. Vigna ho elaborato, fino all’approvazione definitiva del Parlamento albanese, il c.d. “pacchetto antimafia”, contenente norme di particolare importanza per lo sviluppo della cooperazione giudiziaria fra Italia ed Albania e di grande importanza per il contrasto alla criminalità organizzata in quel paese, tuttora in vigore, seppure emendato in alcuni punti.

A seguito della delega del P.N.A. a far parte di una Task Force, costituita dall’UNICRI nell’ambito di un programma di assistenza per le vittime della tratta di esseri umani e di contrasto a tale fenomeno, finanziato dal Ministero degli Esteri Italiano, ho negoziato un “Memorandum di cooperazione tra il Procuratore Generale della Repubblica Federale della Nigeria e la Direzione Nazionale Antimafia per il contrasto al traffico di persone ed altri reati collegati alla criminalità organizzata ed al riciclaggio dei proventi di tali crimini” che ha  rappresentato il significativo inizio per una cooperazione fondamentale per il contrasto alle organizzazioni giudiziarie di etnia nigeriana che operano nel nostro Paese e in molti altri Paesi d’Europa.

A tale primo passo ne sono seguiti degli altri, con scambio di informazioni su organizzazioni criminali transnazionali e l’attivazione, per la prima volta, di una commissione rogatoriale fra Nigeria ed Italia.

Mi sono occupato anche delle relazioni con i Paesi dell’area subsahariana, elaborando un progetto per una conferenza dei Procuratori Generali dei Paesi africani il cui iter organizzativo si è arenato per mancanza di fondi  

Altrettanto significativa, a mio avviso, nell’ottica della implementazione della cooperazione internazionale è stata la mia partecipazione, su delega del P.N.A. ed in rappresentanza della Direzione Nazionale Antimafia quale partner del progetto, alla elaborazione ed all’attuazione di un Twinning Project dell’Unione Europea denominato “Fight against organised crime and corruption unit – public prosecutor’s Office F.Y.R.O.M. – “aggiudicatosi dal Governo Italiano.

Nel corso di tale progetto ho espletato, nella fase del “needs assessment”, una ricognizione della normativa della Repubblica di Macedonia e dei bisogni della istituenda Unità Specializzata, redigendo la relativa relazione.

Ho ritenuto di mettere a frutto l’esperienza  professionale facendo anche tesoro della conoscenza della realtà socio – politica e culturale delle popolazioni dei Balcani proponendomi quale Procuratore nella missione EULEX avviata dall’Unione Europea in Kosovo all’atto della proclamazione di indipendenza di quel territorio. La mia permanenza in Kosovo è durata due anni (dal 2008 al 2010) ricchi di lavoro e di importanti riconoscimenti professionali, essendo stato l’autore della prima strategia per la lotta alla criminalità organizzata elaborata in quel territorio dalla Procura Speciale della Repubblica del Kosovo, della quale ero Vice Procuratore Capo, e per aver diretto e portato a termine le indagini sul più importante e, probabilmente, unico caso di traffico di organi accertato dalle autorità giudiziarie europee in un territorio dell’Europa dell’est.

Rientrato alla Direzione Nazionale Antimafia al termine dell’esperienza in Kosovo, sono stato nominato Procuratore Nazionale Aggiunto e, oltre ai precedenti incarichi internazionali, ho avuto anche l’incarico di rappresentare la Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo presso il Comitato di Sicurezza Finanziario, partecipando sia alla redazione dell’ analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo 2014 in applicazione delle raccomandazioni del FATF-GAFI e quello di componente del “Gruppo di lavoro in materia di misure di protezione dei testimoni e collaboratori di giustizia” (istituito con decreto del Ministro dell’Interno del 29/05/2014). I lavori di tale organismo, hanno portato all’elaborazione di un documento che, esaminando tutte le criticità dell’attuale sistema di protezione di testimoni e collaboratori della giustizia, ha suggerito modifiche particolarmente rilevanti sul tema, particolarmente importante nella lotta alla criminalità organizzata ed al terrorismo.  

Dal 1° agosto 2018 sono stato nominato Magistrato di collegamento italiano presso il Ministero della Giustizia della Repubblica d’Albania, incarico che ho rivestito fino al 15 ottobre 2021.

L’attività da me svolta come Magistrato di collegamento ha rappresentato in qualche modo il completamento ed il completamento del lavoro precedente: ho avuto modo di contribuire alla elaborazione della più importanti iniziative legislative della Repubblica di Albania nel settore della Giustizia: dalla formulazione di una normativa analoga a quella del nostro art. 41 bis a quella relativa ai sequestri ed alle confische di prevenzione; dalla modifica ed aggiornamento del codice penale alla formulazione di una nuova legge sulla cooperazione giudiziaria che tenga conto delle modifiche al sistema giudiziario introdotte nella legislazione albanese.

L’organizzazione di tre conferenze a Tirana con la partecipazione di importanti relatori italiani – tra i quali don Luigi Ciotti -  e del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo hanno permesso ancora una volta la diffusione delle conoscenze relative alle migliori pratiche per il contrasto alla piaga della criminalità transnazionale, che interessa particolarmente le relazioni, giudiziarie e non, fra Italia ed Albania.

Nel corso della mia attuale esperienza, ho avuto modo di partecipare al tavolo di lavoro sulla giustizia con la presenza del Ministro degli Esteri, e di riferire al Presidente Conte, che ho incontrato in occasione della sua visita in Albania, sulla situazione della giustizia in quel Paese.

In segno di riconoscimento per il contributo da me dato alla crescita della Giustizia in Albania, il 30 ottobre mi sono state consegnate, dal Sindaco di Tirana - con una cerimonia solenne -  le chiavi della città e sono stato nominato cittadino onorario di Argirocastro.

Il Presidente del Consiglio della Repubblica di Albania mi ha conferito l’incarico, attualmente ancora rivestito, di consulente personale per la lotta alla criminalità organizzata.

Questa attività professionale, tuttavia, non mi ha impedito di dare un contributo alla preparazione delle giovani generazioni che pensano di intraprendere le carriere forensi o delle magistrature, avendo svolto e tuttora svolgendo la funzione di docente presso la Scuola di Perfezionamento per le Professioni forensi dell’Università del Salento.

 Il recente conferimento dell’incarico di Accademico Pontificio presso la “pontificia Academia Mariana internationalis” e la partecipazione alle iniziative divulgative in programma con l’esposizione delle caratteristiche attuali della criminalità di etnia albanese in una prossima pubblicazione e nelle lezioni a distanza, oltre che avermi onorato ed inorgoglito, mi permetterà di proseguire in quel progetto ispiratore della mia carriera professionale che è costituito dalla difesa della legalità e dal contrasto con tutte le mie forze ad ogni forma di ingiustizia, della quale la criminalità organizzata è una delle rappresentazioni più estreme. 

Aggiungo che nel settembre 2021 sono stato contattato dal Presidente Conte per avere la mia disponibilità alla candidatura per le elezioni suppletive del 3 e 4 ottobre nel collegio della Camera dei Deputati di Primavalle. Pur essendo all'epoca ancora in servizio in magistratura, ho dato immediatamente la mia disponibilità e mi sono messo a a disposizione del Movimento.

Sono Presidente del Comitato per il NO ai condannati in politica, autore di saggi ed articoli sulla lotta alla mafia e componente del Comitato scientifico dell'Osservatorio Agromafie.

Sono stato relatore, dal 26/1/2022 alla data odierna in incontri organizzati dal MoVimento 5 Stelle sui temi della legalità, della sicurezza e dell’autonomia differenziata ed a supporto dei candidati alle elezioni regionali dell’Abruzzo e a quelle comunali di Acquaviva delle Fonti e di Ostuni e 

relatore, nello stesso periodo, in altri 42 incontri nelle scuole di ogni ordine e grado ed in convegni pubblici organizzati sugli stessi temi sia nella Regione Puglia che altrove.

Professione

28/10/2021 - 31/12/2022
Avvocati


Componente del Comitato Nazionale "Città 2050 e PNRR" del MoVimento 5 Stelle

Presidente del Comitato Nazionale per il NO al referendum sulla legge Severino (NO ai condannati in politica)

Relatore, dal 26/1/2022 alla data odierna in  incontri organizzati dal MoVimento 5 Stelle sui temi della legalità, della sicurezza e dell’autonomia differenziata ed a supporto dei candidati alle elezioni regionali dell’Abruzzo e a quelle comunali di Acquaviva delle Fonti e di Ostuni

Candidato per la lista del Movimento alle elezioni politiche 2022, collegio 9 uninominale Camera. Ha avuto 38.718 voti pari al 21,99 %

Candidato per la lista dei "progressisti" alle elezioni parlamentari del 1994 nel collegio uninominale di Nardò. Ha avuto 20 560 voti pari al 31,20%

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Riforme
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Antimafia

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