Stiamo entrando nel vivo della seconda fase del processo costituente, quella del confronto deliberativo.
Da questa pagina potrai scegliere tra i temi proposti che ritieni prioritari, in modo da selezionare quelli che saranno oggetto della discussione e della definizione di più specifiche proposte da porre al centro del confronto deliberativo.
QUI puoi scaricare il documento in formato PDF con i 20 Temi su cui esprimersi oppure puoi consultarli in questa pagina.

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I non iscritti che hanno partecipato alla prima fase con un proprio contributo riceveranno all’indirizzo di posta elettronica che hanno indicato, nella giornata di mercoledì 18 settembre, le istruzioni e un link per poter accedere all’area in cui potranno esprimere le loro preferenze.

I 12 Temi di discussione che avranno ricevuto il maggior gradimento saranno oggetto di approfondimento nella seconda fase del confronto deliberativo.
L'ordine è puramente casuale.


Scegli tra i seguenti temi quelli che ritieni prioritari
Revisione della Carta dei principi e dei valori
Obiettivo strategico prioritario è rafforzare la Carta dei principi e dei valori, quale elemento identitario e distintivo rispetto agli altri gruppi politici e altri portatori di interesse, ribadendo le sfide del Movimento nel contrasto ad ogni forma di corporativismo e di politica classista, al conflitto di interessi per chi ha responsabilità pubbliche, alla corruzione e all’evasione fiscale. Lo Stato sociale, la solidarietà in tutte le sue declinazioni politiche, sociali ed economiche, la centralità delle persone, la difesa della Costituzione italiana e delle libertà che in essa vivono, un benessere equo e sostenibile per tutti, devono essere i principi guida del Movimento, da far valere anche per eventuali alleanze.
Riforme per un maggior equilibrio territoriale nel Paese
Gli obiettivi strategici riguardano un maggiore equilibro delle diverse parti del Paese, con diverse misure: la coesione territoriale tra nord e sud e tra centri urbani e aree interne; un sistema elettorale più aperto ai cittadini e democratico; il rafforzamento degli enti locali. Per il primo tema l’obiettivo strategico è l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata per evitare un aumento delle diseguaglianze territoriali. Il programma politico del Movimento deve porre priorità alla coesione territoriale, colmando il divario economico, trasportistico, digitale e dei servizi tra diverse parti del Paese (tra nord e sud, tra aree metropolitane ed interne, tra centro e periferie) con interventi mirati ed efficienti. Per il secondo si ritiene utile riformare la legge elettorale, introducendo il voto di preferenza per consentire ai cittadini di esprimere scelte più dirette. Si sottolinea inoltre la necessità di rafforzare il sistema referendario per un maggiore coinvolgimento nelle decisioni pubbliche, promuovendo anche il voto elettronico per ampliare la partecipazione e garantire una maggiore inclusione democratica. Infine, si auspica il coinvolgimento attivo dei cittadini attraverso incontri sul territorio e l'uso di strumenti di democrazia deliberativa e diretta per progetti locali. Per l’ambito del rafforzamento degli enti locali si evidenzia che essi sono cruciali per l’azione politica, poiché affrontano i bisogni più vicini alle comunità. Per questa ragione si ritiene importante procedere ad un loro potenziamento e riorganizzazione, con l’obiettivo di una riduzione del potere delle regioni a favore di una maggiore autonomia dei comuni. Si evidenzia la necessità di un riordino delle Province con l’elezione di secondo grado e la gestione di servizi pubblici essenziali; si propone una riforma del Testo unico enti locali per garantire maggiore autonomia ai comuni e di promuovere le unioni di comuni sotto i 5000 abitanti, per migliorare l'efficienza amministrativa. Serve inoltre ottimizzare le risorse con una riforma della finanza locale, escludendo le spese essenziali dal patto di stabilità e premiando gli enti che rispettano i bilanci. Si propone anche la costituzione di un fondo rotativo nazionale per la progettazione per favorire interventi di sicurezza e transizione ecologica. È necessario anche rendere gli enti locali più trasparenti e semplificare le procedure burocratiche, con l'obiettivo di facilitare l'accesso ai servizi pubblici, ridurre i tempi di attesa e garantire decisioni amministrative più rapide ed efficienti. In merito al coordinamento interno al Movimento si propone di creare una comunità di amministratori locali, con programmi formativi e una piattaforma per condividere esperienze e risolvere problematiche politiche, anche attraverso un migliore rapporto con l’Anci per affrontare le problematiche comuni degli enti locali e collaborare con la conferenza Stato-Città In ultimo si propongono misure per migliorare la partecipazione dei cittadini e la qualità della vita nelle comunità locali, con la creazione di sistemi informatici per consentire ai cittadini di partecipare alle decisioni politiche attraverso un portale comunale; l’introduzione del Bilancio partecipativo per destinare parte del bilancio a progetti proposti dai cittadini e l’introduzione di premialità per cittadini impegnati nella cura del bene pubblico.
Crescita economia inclusiva e lavoro dignitoso
In Italia 1 persona su 10 è in povertà assoluta, e 1,3 milioni di questi cittadini sono minori, e altri 11,1 milioni sono a rischio povertà: questi numeri sono la fotografia di un paese non dignitoso, soprattutto se unito al fatto che la concentrazione della ricchezza è in mano a sempre meno persone (il 5% delle famiglie più ricche possiede il 46% della ricchezza totale). Per questa ragione le priorità del Movimento si devono concentrare sulle proposte per sviluppare l’economia italiana e al tempo stesso renderla più inclusiva, sostenibile e giusta, a partire da una “revisione delle regole del capitalismo attuale”, che alimenta povertà e diseguaglianze, a favore di regole che rendano il capitalismo più equo e che riducano il precariato e la disuguaglianza salariale. Occorre superare le politiche di austerità e favorire il benessere equo e sostenibile di cittadini e imprese. Anzitutto lo Stato deve riprendere un ruolo centrale nella finanza, nel settore bancario e nella programmazione economica e in settori strategici come cantieristica, aerospazio, energia, e digitale, dove vanno promossi partenariati pubblico-privati, anche riprendendo la proposta di legge Rodotà per una gestione strategica e non speculativa del patrimonio pubblico. Occorre facilitare la gestione in house dei beni pubblici e promuovere l’azionariato diffuso per la gestione dei beni comuni, ora mancanti di una legge che li disciplini. Le proposte per un piano industriale per il Paese si incentrano sull’innovazione, ed in particolare sulla digitalizzazione e autonomia energetica, con i voucher digitali per le Pmi e incentivi per l’autonomia energetica, con focus sulla produzione di energia rinnovabile e nuovi impianti di accumulo; sulla transizione ecologica dell’industria manifatturiera, con investimenti in tecnologie verdi come l'idrogeno e ripristino dei programmi Transizione 4.0 e Formazione 4.0 per aumentare la competitività industriale; con la formazione digitale di imprenditori e lavoratori, attraverso il potenziamento dei programmi di formazione digitale e delle competenze Stem con collaborazioni tra università e imprese; con la promozione dell’Impresa Sociale di Comunità, ovvero il sostegno alle imprese sociali di comunità che combattono lo spopolamento e il degrado economico. Per recuperare il divario economico occorre creare una Banca nazionale pubblica, popolare etica e non speculativa che, nel caso specifico del Mezzogiorno permetta di realizzare degli investimenti mirati, con l'emissione di conti correnti pubblici e fiscali, strumenti finanziari innovativi per ridurre la dipendenza dall'indebitamento estero. Per aumentare la produttività serve un “Patto tripartito per la produttività” con incentivi fiscali per le imprese con più di 15 dipendenti che raggiungono obiettivi di produttività e la riduzione del cuneo fiscale per microimprese e piccole imprese. Competitività e responsabilità sociale devono andare di pari passo affinché le aziende italiane possano contribuire alla realizzazione di un sistema economico secondo i più alti standard europei in termini di eticità e rispetto delle risorse naturali. Sono auspicate innovazioni di tipo normativo, verso la deburocratizzazione delle procedure di attivazione di un’impresa e verso una più attenta gestione del sistema degli appalti e subappalti; di tipo regolativo, incentrate sul rapporto tra lavoratori e datori, per esempio con lo sgravio contributivo per le aziende che riassumono donne dopo la maternità, ma anche su quello tra produzione e ricerca; e di tipo finanziario, con un’attenta allocazione di aiuti e incentivi ai settori produttivi che più rispondono agli obiettivi programmatici, per creare un ambiente più favorevole per la ricerca e lo sviluppo, attirando investimenti in settori strategici e ad alta tecnologia, anche riformando la disciplina dei brevetti, con costi e tempi ridotti per la concessione di diritti esclusivi; all’autoimprenditoria e alle categorie più svantaggiate in particolare per giovani; va favorita l’inclusione delle donne nelle aziende, con una normativa specifica che estenda l’obbligo della parità di accesso di genere ai ruoli apicali e direttivi centrali della Pubblica amministrazione, e degli Enti pubblici ove sono previsti Consigli di amministrazione e organi di controllo. In merito al lavoro e al reddito occorre perseguire il concetto di "lavoro garantito" e l’introduzione di un “reddito universale garantito”, tendendo alla piena occupazione, con programmi pubblici che offrano lavoro a chiunque sia disponibile, che possono essere finanziati con meno dell'1% del Pil. Il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti (pubblici e privati) con reddito inferiore alla media va tutelato con la reintroduzione della scala mobile. Gli obiettivi di un lavoro dignitoso comprendono anche: il salario minimo legale di almeno 9 euro lordi l'ora; la riduzione dell'orario di lavoro (a parità di salario) con effetti positivi su produttività, occupazione e benessere dei lavoratori; il congedo parentale per entrambi i genitori a stipendio pieno per ogni figlio nato o adottato; il contrasto al precariato e ai contratto a tempo indeterminato, con la riduzione delle tipologie contrattuali precarie e il sostegno finanziario a favore di chi, a causa dell'involontaria interruzione della remunerazione, risulti aver percepito nel corso dell'anno un Isee più basso di una determinata soglia; è anche necessario un quadro per garantire protezione sociale ai lavoratori delle piattaforme digitali. Sono cruciali anche la riforma della rappresentanza sindacale, la promozione della sicurezza sul lavoro, il rafforzamento della prevenzione degli infortuni; la separazione tra gli Enti che si occupano di prevenzione e quelli che devono controllare, e introduzione del reato di "omicidio sul lavoro”. Serve inoltre creare un fondo pubblico gestito dall'Inps per offrire previdenza complementare più equa e sostenibile , e introdurre una “staffetta generazionale nella riforma pensionistica”, per prevedere un turnover tra senior e junior nei tre anni precedenti al pensionamento, mantenendo la piena contribuzione per la pensione.
Contrasto all’evasione fiscale e etica nell’impresa
Il Movimento deve puntare a coniugare competitività e responsabilità, attraverso riforme normative e regolative che favoriscano l’accesso al credito per categorie svantaggiate e la creazione di un sistema finanziario trasparente ed etico e che contrasti l’evasione fiscale. Per l’impresa serve una regolazione più rigorosa del sistema degli appalti e subappalti; una maggiore protezione per le vittime di usura e racket; una maggiore partecipazione dei lavoratori alle decisioni aziendali; un legame più diretto col mondo della ricerca. Gli aiuti, gli incentivi e l’accesso al credito devono guardare alle imprese in difficoltà, premiare i settori produttivi più sostenibili e più etici, e favorire le categorie più svantaggiate. Si propone inoltre di inserire un rapporto massimo di 1 a 10 per la differenza di remunerazione all’interno delle aziende (“legge Olivetti”). La lotta all'evasione fiscale è imprescindibile, per garantire equità sociale e riduzione della pressione fiscale. Va attuata con misure ispettive, l'eliminazione del contante e la progressiva affermazione dei pagamenti digitali. Proposte per un fisco giusto ed equo includono quella di tassare le nuove ricchezze, ovvero di introdurre nuove tasse come la "digital tax" sulle grandi piattaforme online, una "rider tax" sulla speculazione finanziaria, e una "corporate tax" per le multinazionali, con l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale su lavoratori e piccole imprese; il “cashback fiscale” per trasformare le detrazioni fiscali in un sistema di rimborso diretto e tracciabile per migliorare l'efficienza fiscale; la “bolletta leggera”, ovvero l’eliminazione degli oneri generali di sistema dalla bolletta elettrica, trasferendoli alla fiscalità generale, rendendoli più equi e legati al reddito; il minimo vitale per le Partite Iva, ovvero la garanzia di un reddito netto minimo vitale netto per le partite Iva, eliminando il contante e migliorando la tracciabilità delle transazioni finanziarie. Occorre anche contrastare il predominio di un sistema bancario speculativo e mirato al profitto, che finanzia traffici illeciti, industrie inquinanti o di guerra, e non tutela i consumatori applicando costi e rapporti contrattuali spesso poco trasparenti e non convenienti. Serve maggiore accessibilità al credito da parte di categorie (giovani, soggetti in cerca di occupazione, donne e famiglie) che risultano marginalizzate dall’attuale sistema, e serve l’incentivazione degli istituti che garantiscono investimenti per lo sviluppo di progetti e filiere a base locale, che rispettino massimamente le persone e le risorse naturali impiegate. A scala europea si propone l’introduzione di una “global minimum tax” (tassazione minima globale) coordinata a livello europeo, e una tassa sui patrimoni milionari superiori a 5 milioni di euro. Queste misure mirano a ridurre la disuguaglianza fiscale e prevenire la fuga di capitali.
Riforma del Sistema sanitario nazionale e tutela della persona
Obiettivo prioritario deve essere quello di favorire il potenziamento della sanità pubblica e territoriale al fine di renderla efficiente, di qualità, equa e accessibile su tutto il territorio. Le misure da adottare dovranno prevedere una revisione della normativa del Sistema sanitario in modo da riformare la sua gestione sia a livello nazionale che su base regionale, al fine di garantire una maggiore uniformità nella qualità dell’offerta e nell'accesso alle cure, evitando le disparità tra le diverse regioni, e garantendo maggiori investimenti nella sanità pubblica a scapito di quella privata. Altri obiettivi sono di potenziare i servizi assistenziali e di prossimità, come gli infermieri e gli ospedali di comunità (più di 400 previsti dal Pnrr); contrastare la sedentarietà favorendo la creazione di nuovi impianti sportivi e l’accesso allo sport, favorire la digitalizzazione dei servizi; tutelare i diritti della persona in materia di salute e fine vita; sostenere i caregiver e l’invecchiamento attivo per persone fragili: garantire il sostegno psicologico, riconoscere nuove malattie e forme di disabilità e le problematiche connesse, vissute dalle famiglie; rivedere le politiche del farmaco e di accesso alle cure e approvare nuovi trattamenti. In merito al personale sanitario occorre incentivarne la formazione, oltre che per le discipline sanitarie anche per l’educazione alla salute e alla prevenzione, migliorarne le condizioni lavorative, garantire una retribuzione appropriata, una pianificazione efficace delle risorse umane e turni di lavoro sostenibili, nonché una maggiore meritocrazia negli avanzamenti di carriera. È inoltre necessario riconoscere nuove professioni sanitarie e investire più nella ricerca. Va contrastato comunque l’impiego del personale pubblico da parte di Enti privati ancorché convenzionati col sistema sanitario nazionale.
Un nuovo modello per i servizi sociali e assistenziali
Gli obiettivi strategici da perseguire sono volti a creare un modello “welfare esteso e partecipato” e un sistema socio-assistenziale più equi, garantendo a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni, un accesso adeguato ai servizi di cui hanno bisogno e migliorando la qualità della vita delle persone più fragili. Il sistema dei servizi deve quindi passare da essere da verticale e centralizzato a orizzontale e diffuso; da competenza esclusiva del settore pubblico a responsabilità di tutti gli attori del territorio, incluse le imprese, promuovendo la cooperazione e la coprogettazione tra il pubblico, il privato e il terzo settore; deve aiutare le aziende a promuovere gli standard Esg e a proporre progetti a vantaggio dei propri dipendenti o dell’intera comunità; e, soprattutto, deve essere capace di intercettare il bisogno quando emerge, di accompagnare le persone senza abbandonarle, di costruire una rete solidale diffusa. Si ritiene importante investire in politiche di sostegno economico e sociale finalizzate a contrastare la povertà e la disoccupazione e a promuovere l’inclusione sociale e l’integrazione della popolazione straniera, l’accessibilità delle cure anche rispetto alle differenti forme disabilità.
La centralità della questione giustizia nell’azione politica del Movimento
Il problema principale della giustizia in Italia è da vedere nella connessione fondamentale tra giustizia e democrazia, particolarmente rilevante nell'attuale contesto di crisi democratica e crescente astensionismo. Il predominio delle politiche neoliberiste ha portato a una riduzione della spesa sociale e alla privatizzazione dei servizi, alimentando disuguaglianze economiche e una diminuzione dei diritti. Questo scenario ha generato un aumento della "criminalità di sussistenza", che deriva dall'esigenza di sopravvivere attraverso azioni illegali, mentre l'illegalità impunita da parte dei potenti e dei colletti bianchi alimenta una sfiducia crescente nelle istituzioni. La questione della giustizia in Italia, quindi, non si limita a problemi di efficienza, ma rappresenta una problematica politica fondamentale. Le disuguaglianze economiche si riflettono anche nel sistema penale: le pene colpiscono principalmente le classi meno abbienti, mentre i potenti spesso restano impuniti, come dimostrato dalla bassa percentuale di membri delle classi dirigenti effettivamente incarcerati (0,4% a fronte di una media europea di 4,1%). Questa dualità nella giustizia è particolarmente evidente nelle leggi "ad personam" approvate durante i governi Berlusconi, che hanno reso i potenti meno vulnerabili a incriminazioni e condanne. L'attuale governo sta promuovendo una "restaurazione reazionaria" mirata a smantellare le riforme dei governi Conte I e Conte II e a reintrodurre un sistema di giustizia classista e discriminatorio. A partire dal decreto "anti-Rave", un esempio di repressione delle manifestazioni di dissenso, ad una serie di riforme per introdurre un "diritto penale della disuguaglianza" che colpisce duramente le classi meno privilegiate, fino al tentativo di separare le carriere dei pubblici ministeri e dei giudici, sottoponendo i giudici al controllo politico, in aperto contrasto con il dettato costituzionale. Questo piano richiede una risposta adeguata da parte del Movimento e una mobilitazione a lungo termine per contrastare queste tendenze regressive. Al tempo stesso, le alleanze politiche che il Movimento deve cercare per andare al governo devono fondarsi, anzitutto, sulla condivisione di questa lotta per una giustizia equa ed interclassista. Nell’ambito di questo quadro generale, possono essere considerati i seguenti obiettivi: lottare contro la corruzione, l’abuso di ufficio, il conflitto di interessi e la criminalità organizzata, proponendo nuove leggi che uniscono la legislazione anticorruzione con quella antimafia, per combattere l'economia illegale e le attività collusive negli appalti pubblici; ripristinare il reato di abuso d’ufficio; verificare i conflitti di interesse generati con l’assegnazione di doppi e tripli incarichi nella Pubblica amministrazione; superare la legge Cartabia e ripristinare un sistema in cui l'azione penale sia obbligatoria e non soggetta a priorità imposte dal Parlamento; riformare il sistema carcerario e la sua sicurezza, affrontando il sovraffollamento e inserendo misure di reinserimento sociale e lavorativo; perseguire la centralità delle vittime nel processo penale; impedire l’eleggibilità dei candidati indagati per corruzione o mafia; educare alla legalità nelle scuole; potenziare dell’istituto della negoziazione assistita. A livello europeo occorre estendere il Protocollo Antoci per prevenire le infiltrazioni mafiose nei fondi agricoli dell'Ue, con controlli antimafia obbligatori per i beneficiari e rafforzamento della cooperazione tra Stati membri.
Transizione digitale e utilizzo responsabile della IA
La transizione digitale, che sta attuandosi con grande accelerazione, richiede un’attenta riflessione e misure capaci di mitigarne i rischi e potenziarne le opportunità. L'alfabetizzazione digitale, l’accesso universale alla connessione internet, una rete neutrale e la riservatezza dei dati e la relativa gestione etica sono fondamentali per garantire l’utilizzo efficace e sicuro delle tecnologie da parte della cittadinanza. Così come la digitalizzazione delle imprese, della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici è essenziale per migliorare l'efficienza, la trasparenza e rispondere alle esigenze degli utenti. Per arrivare preparati occorre quindi favorire un’offerta formativa integrata per gli imprenditori e lavoratori volta ad accrescere le competenze digitali. Al contempo, l'adozione dello smartworking rappresenta una risposta alle esigenze di flessibilità e i pagamenti elettronici contribuiscono alla sicurezza economica. Per quando riguarda l'intelligenza artificiale, Il Movimento deve presentare l'IA come una grande opportunità tecnologica, pur riconoscendone i rischi e lavorando per gestirne gli effetti sulla società. Sarà necessario monitorare l'evoluzione della tecnologia e prevedere cambiamenti nel modello sociale ed economico. Le aree tematiche principali per gestire l’impatto dell’IA, sono: l’impatto sul mondo del lavoro, con preoccupazioni legate alla disoccupazione e alla polarizzazione del mercato del lavoro tra figure altamente qualificate e lavoratori sottopagati; l’uso nel settore militare che solleva importanti questioni etiche e di sicurezza; le enormi quantità di energia utilizzate per alimentare i data center, che aumenta il consumo di risorse idriche ed elettriche e la strategia nazionale per l’IA (2024-2026), incentrata su quattro ambiti principali: ricerca, pubblica amministrazione, imprese e formazione. In merito a questa si propone la creazione di una Fondazione per l’IA che gestisca risorse e coordini le iniziative di ricerca e sviluppo; investimenti in ricerca applicata e progetti innovativi, con focus su partenariati pubblico-privati; l’introduzione di percorsi formativi sull'IA per il personale della pubblica amministrazione e delle imprese; il potenziamento dell’educazione all’IA nelle scuole e nelle università, integrando competenze digitali nei curricula di tutti i livelli di istruzione. Secondo alcuni è necessario investire nella progettazione di modelli linguistici italiani al fine che la cultura e la lingua italiana non vengano perse negli algoritmi dei diversi modelli di IA. In ultimo, la digitalizzazione pone rischi per la privacy e i diritti dei cittadini. Serve creare di un’autorità per l'uso etico dell'IA e la protezione dell'identità digitale tramite un cloud pubblico, che assicuri la riservatezza dei dati secondo una gestione etica della loro proprietà.
Riforma della scuola primaria e secondaria
Il Movimento deve promuovere la riforma della didattica e finanziamenti pubblici alla scuola primaria e secondaria pubbliche. La didattica deve essere inclusiva e mettere al centro lo sviluppo dell’individuo e del cittadino a 360 gradi, utilizzando metodologia didattiche innovative e promuovendo il benessere dell’intera comunità scolastica. Gli obiettivi di apprendimento vanno integrati pensando a strumenti (linguistici e comunicativi), metodi, strategie di pensiero critico e creativo. Gli insegnamenti vanno ripensati in termini di educazione sanitaria, ambientale, alimentare, fisica, civica, relazionale/sessuale/affettiva, digitale e tecnologica, finanziaria, e alla cultura locale. Specifici moduli vanno inoltre rivolti alla prevenzione sui temi del bullismo e del consumo di sostanze stupefacenti. Per la scuola primaria, è necessario garantire il diritto allo studio e le pari opportunità degli alunni con politiche che supportino le famiglie, dalla gratuità dei libri di testo, alle attività sportive a scuola, ai servizi di doposcuola. Va ripensata inoltre la definizione di “disabilità” e di “sostegno” introducendo in ogni plesso figure professionali pedagoghi, psicologi, assistenti sociali che lavorino in team con gli insegnanti. Per la scuola secondaria, è necessario puntare su due fronti: la formazione di cittadini consapevoli, infondendo capacità critico-riflessive e compensative rispetto alle tendenze dominanti nella società e l’affinamento di capacità spendibili nel mondo del lavoro. Lo Stato deve predisporre investimenti per riqualificare le strutture, e per “sburocratizzare” e decentralizzare la progettazione e la conduzione delle attività educative in vista di ambienti di apprendimento più informali e più autentici. Va riconsiderato il rapporto tra le sovvenzioni di scuole pubbliche e private e va valorizzata la professionalità del corpo docente attraverso l’aumento degli stipendi, la formazione continua e specializzata, l’integrazione delle figure di supporto e l’eliminazione della precarietà. Il tema è di grande importanza anche in considerazione dei diritti di cittadinanza che, attraverso la scuola, dovranno essere acquisiti dagli immigrati, secondo il principio dello ius scholae.
⁠Università e ricerca scientifica
Lo Stato deve adottare politiche che permettano a tutti di accedere all’Università, garantendo alloggi per gli studenti, abbassando o eliminando le rette universitarie, garantendo il riscatto di laurea, e valorizzando ove possibile la didattica online. È necessario riorganizzare le facoltà, ripensare il numero chiuso, introducendo eventualmente un limite di risultato al primo anno, per alcune (per esempio Medicina e infermieristica), garantire che il livello della didattica pubblica e privata siano equivalenti. È inoltre fondamentale risolvere il problema della carriera universitaria, finanziare borse di dottorato e di ricerca dignitose e che incentivino “i cervelli” a restare o rientrare in Italia e incentivare a seguire i corsi di laurea Stem. È infine importante creare sinergia tra le aziende e le Università, sia attraendo investimenti per la ricerca che favorendo un inserimento lavorativo agile per lo studente neolaureato. Occorre inoltre introdurre il riscatto gratuito della laurea ai fini pensionistici per migliorare le prospettive dei giovani. Infine, è necessario incentivare una formazione continua per tutto il ciclo di vita del cittadino, seguendo il concetto di life long learning, eliminare l’esame di stato e ripensare il ruolo degli Albi professionali.
Informazione libera e sovvenzioni alla cultura
Il Movimento deve battersi per garantire un’informazione libera, plurale e di qualità. Bisogna ripensare i contributi pubblici all’editoria, garantire la pluralità e l’indipendenza dell’informazione impedendo la creazione di monopoli editoriali, di conflitti di interessi e dello strapotere di lobby che inquinano l’informazione. Servono incentivi per il giornalismo d'inchiesta indipendente, la creazione di una banca nazionale dei brevetti per il bene comune e l’accesso gratuito alle ricerche scientifiche finanziate con fondi pubblici. Inoltre, è fondamentale affrontare il problema delle fake news, adottando politiche che permettano un controllo per avere un’informazione di qualità e attendibile. È necessario riformare la Rai, al fine di rendere l’informazione pubblica autonoma dalle logiche di Governo. La televisione pubblica deve anche servire da strumento educativo e di promozione culturale. Più in generale, sono importanti politiche di promozione culturale diffuse, sovvenzioni agli enti culturali come i musei, ma anche politiche di avvicinamento della popolazione alla cultura. I social media che sempre più sono strumenti di informazione e in quanto tali vanno considerati come strumenti da monitorare e di cui assicurare qualità e veridicità informativa. Inoltre, l'accesso libero ai dati e alle informazioni è fondamentale per promuovere una società più trasparente e partecipativa: è quindi importante garantire l’apertura e la condivisione dei dati con il sostegno a programmi open data e open science e l’apertura delle politiche con programmi open government.
Contrasto alle discriminazioni e violenza di genere
Il Movimento si deve porre come obiettivo strategico la tutela dei diritti individuali e collettivi, promuovendo il riconoscimento dell’individuo e della sua identità, anche a livello legale. La priorità è la tutela dei diritti, che siano quelli delle comunità Lgbtqia+ (che raccolgono al proprio interno una varietà di istanze e sono soggette anche a differenti tipi di discriminazioni) i diritti umani (ivi inclusi quelli delle popolazioni colpite dai conflitti, con particolare attenzione per quelle della Striscia di Gaza), dei diritti sessuali e riproduttivi (tutelando il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, alla riproduzione anche con l’utero in affitto). Fra questi, si ritiene importante la lotta contro la violenza di genere con interventi su più settori: giudiziari, culturali ma anche di intervento diretto per la protezione delle vittime e di trattamento per gli uomini maltrattanti. Va promossa la ricerca di soluzioni a fenomeni complessi di abuso come la prostituzione. Per le molestie e lo stupro va promulgata una legge sul consenso esplicito. Altre iniziative vanno attuate verso la prevenzione e il contrasto del linguaggio d’odio, così come indicato nelle linee guida del Consiglio d’Europa, per tutti gli ambiti di discriminazione per genere, etnia, età e diverse abilità, garantendo per le comunità discriminate i diritti economici. Si auspica una maggiore partecipazione politica delle donne e l’introduzione della “carriera alias” nell’accesso ai servizi pubblici, alle scuole, all’università e nello sport; l’estensione del concetto di famiglia, con l’inclusione delle coppie di fatto e omosessuali, e una riflessione seria sul diritto di gestazione per altri (single e coppie di qualunque orientamento sessuale/affettivo), e sul diritto all’adozione e al congedo parentale paritario. Lo sport, per la sua capacità di superare le barriere culturali e i retaggi discriminatori, va considerato uno strumento dall’alto potenziale per politiche pubbliche che puntino alla coesione e all’integrazione sociale, e all’accettazione delle differenze. Si ritiene importante rivedere anche le politiche legate al diritto di cittadinanza (Ius soli, Ius sanguinis, Ius scholae, etc). In ultimo si ritiene utile porre in discussione il tema del diritto all’utilizzo delle droghe leggere e alla loro legalizzazione.
Diritto all'abitare
Negli ultimi anni, è aumentato il numero di cittadini italiani che non riescono ad accedere a una casa, sia in affitto che in proprietà, a causa del calo del potere d'acquisto e dell'aumento dei prezzi delle abitazioni. Famiglie a reddito medio-basso, giovani coppie, anziani e immigrati inseriti nel mondo del lavoro sono particolarmente colpiti da questa crisi. La scarsità di case a costi accessibili e il continuo aumento degli affitti alimenta le disuguaglianze sociali, rendendo il diritto alla casa un problema di sopravvivenza per una parte crescente della popolazione. La situazione è aggravata dall'espansione del mercato degli affitti brevi per il turismo, soprattutto nelle grandi città, che ha ridotto l'offerta locativa. Il sistema di edilizia residenziale pubblica e sociale è insufficiente rispetto alla domanda, posizionandosi ben al di sotto della media europea in termini di alloggi disponibili per le fasce più fragili. Le misure necessarie per affrontare la crescente emergenza abitativa in Italia, garantendo un diritto fondamentale alla casa per tutti i cittadini, sono diverse. Anzitutto una proposta è quella di tutelare il diritto alla casa inserendolo nella Costituzione italiana, con una modifica all'articolo 47, che permetterebbe di affrontare la povertà abitativa come un diritto fondamentale, promuovendo misure integrate per garantire accesso alla casa e sostenere l'istruzione, la formazione e l'occupazione. Inoltre, occorre riportare la gestione delle politiche abitative dalle Regioni controllo dello Stato, con una riforma costituzionale che restituisca allo Stato la potestà legislativa in materia con un Ministero per la casa, pari a quello presente in altri Paesi europei, dotato di ampia autonomia finanziaria, per dare avvio a un piano pluriennale di edilizia popolare, nell’ambito di una legge quadro nazionale unita a un Fondo nazionale per supportare gli enti territoriali nella costruzione e riqualificazione di alloggi sociali e pubblici. Parte del programma edilizio includerebbe il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, con attenzione all’efficienza energetica e alla transizione ecologica. Inoltre, occorre creare una banca dati nazionale degli edifici pubblici e privati inutilizzati per facilitarne il recupero; l’istituzione di osservatori abitativi sociali presso le città metropolitane per monitorare la situazione abitativa. Inoltre, occorre promuovere detrazioni fiscali per interventi di riqualificazione energetica degli edifici e incentivare la creazione di comunità energetiche rinnovabili. Altre proposte riguardano l’istituzione di un Fondo di garanzia per facilitare l'accesso alla locazione, offrendo una garanzia statale per i cittadini in difficoltà; la revisione del fondo per gli inquilini morosi incolpevoli, per fornire un sostegno economico mirato a chi non può più pagare l'affitto; la “cartolarizzazione a valenza sociale”, ossia la possibilità per le banche di vendere i crediti non performanti a società veicolo, che poi affitterebbero l'immobile agli ex proprietari, consentendo loro di continuare a vivere nella casa e ripagare il debito in modo sostenibile. Occorre anche prevedere anche forme di incentivi, come la riduzione dell’Imu, per gli immobili destinati ad affitti residenziali.
Transizione ecologica e patrimonio naturale per un’ecologia integrale
Il modello attuale di produzione, consumo e produzione rifiuti comporta complessivamente impatti negativi per gli altri organismi viventi, che devono essere prevenuti e contrastati, introducendo una concezione ecocentrica, nella quale la natura ha un valore in sé, indipendentemente dall’utilità per gli esseri umani. Non a caso una delle 5 stelle del Movimento riguarda proprio l’ecologia integrale, ovvero un approccio che considera le interconnessioni tra ambiente, la società e l’economia in una visione globale. L’obiettivo strategico, quindi, deve essere trasversale ai filoni “transizione ecologica” e “patrimonio naturale”, in considerazione del fatto che le politiche ambientali sono intrinsecamente legate alle politiche economiche, produttive, energetiche, infrastrutturali, del lavoro, della salute e del benessere. Per questa ragione il Movimento deve riproporre l’approccio internazionale “One health” (già sostenuto dall’Italia grazie al Governo Conte II) per collegare la salute umana e quella ambientale, e utilizzare lo sviluppo anziché il Pil (Prodotto interno lordo) il “Green Pil”, un indicatore che misuri anche la qualità ambientale, il benessere e la salute, umana, degli animali e del pianeta. Dal momento che le politiche settoriali devono essere guidate da una visione olistica si propone l’istituzione di un “fondo nazionale per la transizione ecologica,” destinato a finanziare progetti di energia rinnovabile, verso la piena decarbonizzazione, di efficienza energetica e mobilità sostenibile che punti anche al coinvolgimento delle comunità locali nella progettazione e realizzazione di iniziative che preservino l’ambiente, la biodiversità e valorizzino le risorse disponibili. Occorre promuovere accordi e partenariati globali per contrastare il cambiamento climatico e prevenire la perdita di biodiversità. Sul piano amministrativo, a due anni dall’introduzione della tutela ambientale nella Costituzione italiana, il principio costituzionale, va riversato negli statuti di Regioni e Comuni. Fra le molte misure da perseguire ci sono: la riforestazione e rinaturalizzazione del territorio; la tutela, valorizzazione e diffusione delle aree protette, anche in funzione di tutela degli animali selvatici; un'agricoltura ecologicamente sostenibile per preservare il suolo e le risorse idriche che presenti anche certificati di tracciabilità e di qualità degli alimenti; la protezione della biodiversità e degli ecosistemi naturali; la transizione energetica per contrastare i cambiamenti climatici, anche attraverso il disinvestimento dalle fonti fossili e delle tecnologie non sostenibili e con una attenta valutazione dell’uso dell’energia nucleare (a fissione e a fusione) chiarendo anche se, e in quale orizzonte temporale, possa essere considerata come energia verde. Le misure dovranno prevedere anche una modifica del mercato dell’energia valorizzando le potenzialità delle fonti rinnovabili sul prezzo dell’energia a favore di imprese e famiglie. La gestione sostenibile del territorio comprende azioni di contrasto al consumo di suolo, e di protezione delle risorse idriche per far fronte ai rischi idrogeologici, sismici e vulcanici. L’economia circolare si articola tra riduzione-riuso-riciclo dei rifiuti, adozione di nuove tecnologie per lo smaltimento, la promozione del consumo consapevole e la lotta agli sprechi. Nella stessa direzione vanno anche le azioni per la transizione alimentare e produttiva dagli alimenti animali a quelli vegetali, riconvertendo a questo fine i finanziamenti pubblici alla zootecnia intensiva, favorendo il cibo ad alto contenuto di benessere animale, le produzioni vegetali, l’agricoltura cellulare nonché un’etichettatura che riporti i metodi di produzione Occorre ripristinare le condizioni ottimali dell’acqua, con la riqualificazione dei bacini idrici e gestione sostenibile delle risorse idriche; dell’aria, con misure di contrasto all’inquinamento; del suolo e sottosuolo in un’ottica di piena sostenibilità, attraverso interventi mirati su impianti e infrastrutture, oltre che mediante l’incentivazione delle produzioni e dei comportamenti a impatto zero. Occorre affrontare la povertà energetica e promuovere politiche industriali sostenibili, come ad esempio lo sviluppo di una filiera agricola per il tessile in Italia. Infine, risulta inoltre imprescindibile una comunicazione pubblica che, fin dalle scuole, sensibilizzi sull’importanza di un’azione di tutela e valorizzazione di così ampio spettro, e punti sui vantaggi che una svolta di questo tipo comporta per il benessere, nostro e delle altre specie, la nostra alimentazione, la nostra salute, e la nostra economia. Occorre inoltre una semplificazione normativa e la costruzione di politiche che spingano cittadini e aziende ad adottare scelte sostenibili. L'educazione, la formazione per nuovi green jobs. Altre proposte sono: un programma di investimento a medio lungo termine (“Blue deal” o l’introduzione dei certificati blu come meccanismo per incentivare il risparmio idrico da parte delle aziende) per affrontare la siccità in Italia, introdurre il bilancio di Co2 obbligatorio per le aziende promuovendo un sistema in cui “chi inquina paga”. A scala europea occorre creare una Banca europea per lo sviluppo e la transizione ecologica (Best), un'estensione della Banca europea degli investimenti, per finanziare progetti strategici come la filiera dell'idrogeno verde e rafforzare la direttiva quadro sulle acque dell'Ue, introducendo standard minimi di efficienza idrica con l'obiettivo di ridurre le perdite del 50% entro il 2035.
Più voce ai giovani e coinvolgimento attivo nel Movimento
L’obiettivo prioritario per il Movimento è quello di porsi come interlocutore serio e credibile per i giovani, parlare con la loro voce e guardare con il loro sguardo, estendendo per loro gli spazi di partecipazione politica. A seguito degli anni difficili della pandemia i giovani chiedono alla politica un impegno forte e concreto ma soprattutto pretendono di essere coinvolti nelle decisioni più importanti che li riguardano. Per dare risposte ai bisogni dei giovani serve una strategia multidimensionale, a partire dagli altri temi come le politiche economiche, abitative, scolastiche e del lavoro, ma sono importanti anche alcuni obiettivi strategici volti a dare voce alle nuove generazioni con misure come: il diritto di voto ai sedicenni, una quota generazionale nelle leggi elettorali affinché siano adeguatamente rappresentati nelle assemblee elettive, il voto elettronico e il voto fuori sede, lo Ius scholae e, per tutte le istituzioni, la valutazione di impatto generazionale. Sul fronte del benessere, la fascia giovanile risulta essere tra le più colpite dal disagio psicologico: la figura dello psicologo scolastico deve diventare una componente stabile dell’organico, non un consulente a tempo determinato; è necessario investire nella prevenzione e contrasto ai fenomeni di violenza e prevaricazione, anche con introduzione dell’educazione all’affettività e alla sessualità come materia curriculare. Inoltre, è essenziale potenziare e creare nuovi spazi dedicati allo sport, al cinema, al teatro e ad altre forme di espressione culturale, offrendo alle giovani opportunità per incontrarsi, esprimersi e confrontarsi. L’obiettivo è fornire luoghi dove possano sviluppare talenti e passioni, favorendo al contempo uno stile di vita più attivo e una partecipazione concreta alla vita sociale e culturale del territorio. Inoltre, si ritiene importante offrire corsi di formazione negli ultimi anni della scuola secondaria di secondo grado per facilitare l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. In merito al coinvolgimento attivo dei giovani all’interno del Movimento si ricorda che è stato creato il Network giovani (Ng) per coinvolgere i giovani iscritti dai 16 ai 36 anni, basandosi su una struttura priva di ruoli predeterminati e strettamente collegata ai gruppi territoriali. Dopo un anno di attività, il modello orizzontale si è rivelato insufficiente per soddisfare le esigenze di partecipazione e aggregazione, con la maggior parte delle attività gestite da pochi referenti. La proposta è di trasformare il Network giovani in un organo statutario autonomo, con accesso a risorse finanziarie e strutturato in Gruppi territoriali giovani (Gtg), differenziati tra grandi città e regioni meno popolate. Inoltre, si suggerisce l’attribuzione di ruoli definiti, come coordinatori provinciali e regionali, per garantire una migliore organizzazione e comunicazione. Infine, si prevede l’organizzazione di un evento nazionale annuale per rafforzare la comunità e promuovere il Network giovani a livello nazionale. Inoltre, si propone di creare delle “cellule a 5 stelle” nelle università e negli istituti superiori, sostenendo i rappresentanti che si candidano nei rispettivi organi elettivi.
Qualità della vita nei centri urbani
Il Movimento deve perseguire la qualità della vita nei centri urbani, non solo con le politiche per la transizione eco sostenibile ma anche con una pianificazione dei servizi e della mobilità locale che rispetti il principio della “città dei 15 minuti”, un modello in cui i residenti possano soddisfare la maggior parte delle loro esigenze quotidiane – come lavoro, istruzione, salute, acquisti e svago – entro un raggio di 15 minuti a piedi o in bicicletta dalla propria abitazione, così da favorire anche i negozi di prossimità e la nascita di gruppi di acquisto solidale. Questo significa potenziare il trasporto pubblico locale, anche con l’introduzione di un titolo di viaggio mensile gratuito o calmierato, con il monitoraggio dei servizi e con il loro potenziamento dei servizi per far fronte alla domanda. Inoltre, occorre favorire l’aumento in ogni città delle ciclovie, misure disincentivare l’uso dell’auto privata, il potenziamento della rete di colonnine elettriche e dei sistemi di mobilità condivisa con mezzi elettrici, nonché i mezzi di trasporto a chiamata (on-demand). Smart cities e Smart villages sono luoghi privi di auto a combustione, ricchi di aree verdi, a misura di pedone e di visitatori in cui la qualità della vita degli abitanti è sempre tutelata. Va in questa direzione anche lo sviluppo di infrastrutture sostenibili e digitali per il lavoro da casa. Per l’avvio di una politica di questo tipo servono immediate misure che abbattano le emissioni di Co2 attraverso l’aumento di zone a traffico limitato ed Ecopass, lo sviluppo dell’intermodalità per la connessione tra mobilità privata e mezzi pubblici, la gestione intelligente degli spostamenti casa lavoro. I contributi, inoltre, evidenziano la necessità di prevedere misure volte a garantire una maggiore sicurezza nelle città attraverso un potenziamento della presenza dei vigili di quartiere e l’implementazione di tecnologie digitali avanzate per monitorare i luoghi in tempo reale.
Infrastrutture e rete nazionale per trasporto
Il piano delle infrastrutture del Movimento dovrebbe dare priorità alla manutenzione e alla realizzazione di infrastrutture sostenibili non inquinanti, piuttosto che realizzare grandi opere inutili, come il Ponte di Messina, che per gli impatti che genera secondo alcuni dovrebbero essere discusse a livello europeo. Per quanto riguarda la mobilità nazionale, il trasporto pubblico deve essere gratuito o costare poco, e in particolare la rete ferroviaria deve essere potenziata, con un focus sul Sud, sulla Sicilia e sulle aree isolate rurali e interne, anche attraverso linee ferroviarie ad alta velocità. Alcune proposte riguardano: le grandi opere pubbliche, per le quali si propone di istituire un referendum senza quorum al fine di promuovere una partecipazione effettiva dei cittadini nelle decisioni che influenzano i territori; il trasporto su gomma e le concessioni autostradali, gestite da privati, per le quali si propone di riportare la gestione sotto controllo pubblico con un piano di nazionalizzazione delle concessioni, con tariffe calmierate per residenti e categorie specifiche (turisti, autotrasportatori); lo sviluppo di nuove tecnologie nei trasporti, per il quale si propone di sostenere la ricerca su tecnologie innovative, come i treni a levitazione magnetica (hyperloop). Si ritiene inoltre necessario garantire il collegamento delle aree interne attraverso un trasporto pubblico accessibile economicamente e intervenite sull’infrastruttura stradale, che deve essere gratuita e affiancata da ciclovie. È fondamentale investire nella realizzazione di infrastrutture per la rete idrica, in particolare al Sud, occuparsi della manutenzione e costruire infrastrutture per la produzione di energia rinnovabile e pulita. Per la mobilità delle merci, è importante investire in infrastrutture sostenibili e valorizzare il trasporto intermodale, sostenendo il trasporto su rotaia e riducendo quello su gomma, ma anche valorizzando il trasporto via mare e quello fluviale.
Revisione dello Statuto per discutere dei ruoli del Presidente e del Garante, il nome e il simbolo del Movimento e la riorganizzazione dei Gruppi territoriali
Risulta prioritario verificare se la struttura di governo del Movimento sia ancora attuale o se vadano modificati alcuni ruoli e funzioni, in particolare quelli del Presidente e del Garante dei valori, i loro rispettivi ambiti di intervento e la durata del loro mandato. Assieme a questo è necessario aprire una riflessione sul cambio di simbolo e di denominazione del Movimento, sulla definizione delle responsabilità dei Coordinatori regionali e provinciali, sulla possibile reintroduzione dei Gruppi di lavoro e sul funzionamento dei Gruppi territoriali, che sono da considerare elemento chiave per la crescita del Movimento. Per questi occorre rivedere le modalità di costituzione, di finanziamento e di funzionamento interno, nonché l’eventuale istituzione di un/una referente per le Politiche di genere. Insieme a questo, occorre rinnovare le forme di democrazia diretta e partecipativa per coinvolgere gli iscritti. Per il Consiglio nazionale si suggerisce di ampliarne la rappresentanza includendo rappresentanti da tutte le regioni e dall'estero. Occorre avere una maggiore presenza dei leader e dei maggiori esponenti del Movimento sui territori e mettere a supporto degli eletti un ufficio legale/tecnico che possa sia formulare pareri che dare indicazioni sulle normative di riferimento. In merito alla formazione politica, economica e sociale all'interno del Movimento, si propone: istituire una scuola di formazione politica interdisciplinare, la creazione di Aree formative del territorio; di luoghi di incontro e di confronto, laboratori territoriali aperti alla società civile aperti alle associazioni locali; di una struttura Interna per la lotta alla criminalità organizzata. Occorre migliorare la comunicazione del Movimento e il coordinamento verticale tra i diversi ruoli e componenti. Va valutata inoltre la creazione di un organo di informazione del Movimento. Sarebbe utile avere una maggiore digitalizzazione del Movimento, come ad esempio un documento digitale che dimostri l’avvenuta iscrizione al partito, la creazione di piattaforme digitali innovative, forum digitali di discussione, etc. Occorre discutere di un documento programmatico: una guida chiara e dettagliata su quali saranno i temi che il Movimento elle intende affrontare per costruire il futuro del nostro Paese.
Revisione del Codice etico per candidature e alleanze
Un obiettivo strategico è la revisione del Codice Etico per alcuni aspetti, tra loro collegati, di particolare importanza nel dibattito sul futuro del Movimento. Il primo è relativo al limite dei due mandati, per il quale va discusso se mantenerlo, prevederne dei casi di deroga o allungarlo. Il secondo aspetto è relativo alle qualità etico-morali dei candidati, che potrebbero essere rafforzate nel Codice sui fronti dell’integrità, dell’onestà, della trasparenza, e del legame col territorio. Il terzo aspetto è relativo al territorio di appartenenza e provenienza dei candidati e alla effettiva partecipazione alla vita del Movimento locale. Il quarto aspetto è relativo al posizionamento nell’arco parlamentare. Il dibattito vede posizioni variabili tra una posizione di autonomia e indipendenza, capace di affrontare tematiche sfidanti per la società tralasciate dalle altre forze politiche, fino ad una propensione alle alleanze con altri partiti. In quest’ultimo caso ci si deve chiedere se servano candidati con maggiore esperienza politica per assumere ruoli di vertice, oppure se sia piuttosto una questione di compromessi che comunque rischierebbero di snaturare il Movimento. Inoltre, sarebbe utile introdurre un Codice deontologico per gli iscritti, al fine di far fronte ai diversi comportamenti scorretti e rivedere il sistema di votazione e di elezione dei candidati delle liste, dei Coordinatori regionali e provinciali.
Politica di pace ed Europa
In via generale, la politica estera deve basarsi sul diritto internazionale e sui bisogni dei popoli, sulla cooperazione, il riconoscimento reciproco, e la smilitarizzazione dei territori contesi. Il Movimento deve essere esplicito nel fornire sostegno alla diplomazia e nel rifiuto dell'invio di armi nei conflitti, con particolare riferimento alla guerra in Ucraina. Tali principi vanno resi espliciti anche nello Statuto del movimento, unitamente al riconoscimento dello Stato di Palestina e alla promozione di un mondo multipolare. In tema di antimilitarismo, l’articolo 11 della Costituzione (“l’Italia ripudia la guerra”) dovrebbe essere esteso a tutta l’Ue, invece ora viene disatteso dall’Italia stessa. L’Italia deve essere ambasciatrice della pace battendosi quantomeno per la neutralità europea rispetto ai conflitti, per avere una propria diplomazia e una maggiore autonomia dagli Usa su questi temi. Le basi americane dovrebbero essere chiuse e le armi nucleari bandite fin da subito nel nostro territorio. Il disarmo italiano, così come altre iniziative di pace, potrebbero essere di ispirazione per altri paesi. In ogni caso l’appoggio a un paese o l’altro dovrebbe essere condiviso internamente al Movimento. Altre proposte riguardano Il limite alle spese militari, che dovrebbe essere l’1 o 2 percento sul PIL In Italia e in tutta Europa, le fabbriche di armi che dovrebbero essere riconvertite, l’eliminazione degli eserciti nazionali e la creazione di una sola forza militare europea. Sul piano geopolitico l’Italia dovrebbe mantenere una posizione equidistante da Usa, Russia e Cina. Si propone di discutere il ruolo della Nato, e quello dell’Italia al suo interno, visto che non persegue obiettivi di sola difesa, ma è mossa da interessi espansionistici, e collabora con governi repressivi. Vanno allacciati partenariati con i paesi africani, in particolare con quelli che si affacciano sul Mediterraneo e va adottata una seria politica estera di solidarietà per la libertà di tutti i popoli, ispirata alla Dichiarazione dei diritti universali dell’uomo. Occorre costituire un fondo mondiale di solidarietà per i paesi in via di sviluppo finalizzato alla divulgazione della conoscenza, che potrebbe essere sovvenzionato dalla tassazione delle big company. Sul ruolo dell’Europa infine, il Movimento deve puntare a migliorare la trasparenza e la responsabilità delle istituzioni europee, per rendere i processi decisionali più comprensibili ai cittadini; rafforzare il ruolo democratico delle istituzioni europee e promuovere una maggiore partecipazione diretta dei cittadini; rafforzare la protezione dei diritti fondamentali e sociali all'interno dell'Ue, garantendo che tutti i Paesi membri rispettino lo Stato di diritto; aumentare la capacità dell'Ue di affrontare le sfide globali, come la crisi climatica e le pandemie, attraverso una gestione coordinata a livello europeo. In particolare, si propone di escludere gli investimenti in infrastrutture sanitarie dal calcolo del deficit pubblico, permettendo agli Stati membri di rafforzare i loro sistemi sanitari senza subire sanzioni.