Palumbo

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2. Istituzioni e coesione territoriale

C'è bisogno di attenzionare il sud del paese che attraverso un profondo processo di trasformazione può costituire il motore del paese ITALIA, valorizzando il turismo, le competenze, puntando sul sistema Universitario e incentivando le trasformazioni industriali.

3. Enti locali

Occorre una maggiore digitalizzazione della macchina amministrativa e secondo il mio punto di vista i Sindaci costituiscono il vero punto di svolta per imprimere un'accelerazione alle opere pubbliche.

4. Economia, lavoro, impresa

Il reddito di cittadinanza va ripristinato con maggiori controlli a monte, prima dell'erogazione con criteri più stringenti per evitare truffe. Più controlli per evitare che gli imprenditori possano pagare in nero o sottopagare i lavoratori. Salario minimo a 9 euro l'ora. Politiche di decontribuzione a seconda dell'effettiva dimostrazione di assunzioni di giovani, donne e categorie in difficoltà.

5. Salute e inclusione sociale

si deve puntare sul terzo settore aiutando gli enti locali ad investire sui servizi agli anziani, disabili, e categorie fragili, creando così posti di lavoro. Sanità pubblica e aiuti ai neo laureati per incentivare a tornare negli ospedali. Creazione di ambulatori territoriali di sanità aperti tutto il giorno e la notte, per decongestionare i pronto soccorsi.

6. Giustizia e legalità

investire nelle forze dell'ordine, puntando su competenza, preparazione giuridica e tecnologica. Revisione degli edifici ex caserme per riconvertirli in case di accoglienza. edilizia carceraria per consentire la certezza della pena e migliori condizioni per i detenuti.

7. Transizione ecologica e digitale

puntare sulle competenze dei giovani per imprimere una svolta decisa nell'utilizzo del digitale in tutti i campi. Pagamenti elettronici e lotta al consumo della carta.

8. Istruzione, università, cultura e informazione

Investire in maniera decisa su tale settore che è quello di punta del nostro Paese. Riforma scolastica per evitare supplenze o professori precari. Università al top e lotta alla troppa facilità nel conseguimento delle lauree digitali. il paese ha bisogno di artisti che tornino protagonisti della vita in tutti i campi.

9. Politiche di genere e diritti civili

Ius Scholae. Lotta all'omofobia, lotta alla violenza di genere, maggiore insegnamento a scuola di buone pratiche e educazione civica.

10. “Città 2050” e Pnrr (sicurezza e politiche per la casa)

Costruzione di alloggi popolari per le famiglie realmente bisognose, superamento dei campi rom, maggiore sicurezza dei cittadini con smart city.

11. Patrimonio naturale

Tutela avanzata del patrimonio naturale e maggiori controlli delle zone a rischio idrogeologico. Impegno a piantare alberi per ridurre il sovrariscaldamento delle città. Tutela delle coste e del mare con installazione di depuratori.

13. Infrastrutture e mobilità sostenibile

Investire nelle infrastrutture per collegare con alta velocità il sud Italia e riduzione delle auto che circolano nelle città implementando i mezzi alternativi.

Commento
5. Sono convinto che i servizi agli anziani, ai disabili, ai fragili, e ai più deboli in generale debbano tornare ad essere servizi interamente pubblici, garantiti attraverso assunzioni di tutte le figure professionali che necessitano. Non condivido affatto la tendenza ad esternalizzare tutto. Allego il link di un articolo apparso il 02 settembre su "Il Fatto Quotidiano" e alcuni commenti fatti dai lettori: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/01/lavorare-si-ma-in-condizioni-adeguate-per-attrarre-i-giovani-il-terzo-settore-deve-ascoltarli/7669271/ - 1° commento: "Nell'articolo si dice che il Terzo Settore è una infrastruttura valoriale, economica, sanitaria, sociale e ambientale diffusa, inclusiva, a supporto insostituibile delle persone (tutte) e al presidio dei territori. Personalmente ritengo che tutto ciò che oggi viene gestito da associazioni, ong, cooperative, etc dovrebbe essere un servizio pubblico, garantito alle persone e ai territori tramite lavoratori dipendenti pubblici e a cui vanno garantiti tutti i diritti e tutte le tutele tipiche del lavoro subordinato. Nell'articolo si parla anche di collaborazioni a progetto che, per fortuna, a me risultano abolite dal D. Lgs 81/2015. Rimangono casomai le collaborazioni coordinate e continuative, a cui andrebbe urgentemente esteso il diritto al principio di automaticità delle prestazioni previdenziali, per i casi in cui il committente si rendesse responsabile di una evasione e/o omissione contributiva. E poi, perdonatemi la franchezza e non me ne vogliate, ma ho sempre avuto l'impressione che il c.d. Terzo Settore fosse costituito da vere e proprie imprese, fintamente senza scopo di lucro, ingiustamente avvantaggiate sia dal punto di vista fiscale e contributivo, che, grazie all'opera di ignari lavoratori scientemente qualificati volontari, dal minor costo del lavoro, privato dei diritti, delle tutele e mal retribuito. Probabilmente ai giovani non va più bene e hanno ragione. Facile essere competitivi utilizzando lavoratori sottopagati e privi di diritti e tutele!!" - 2° commento: Mi associo ai commenti critici sotto. Il terzo settore, a questi livelli di diffusione, è un sottoprodotto della crisi economica e sociale creata dalla privatizzazione selvaggia e dalla conseguente carenza di servizi pubblici essenziali. Nella grande maggioranza dei casi è un imbroglio. E' lo stesso meccanismo di molte "organizzazioni di beneficenza" che oggi proliferano in tutta Europa. Prima si affamano le persone e poi si creano le "organizzazioni di beneficenza", aziende vere e proprie, con campagne pubblicitarie multi milionarie, dove i dirigenti prendono stipendi a 6 cifre, costi stellari, TRASPARENZA ZERO. Invece di risolvere i problemi con la buona gestione si moltiplicano le "pezze" con costi altissimi, sfruttamento e risultati quasi nulli. Basterebbe guardare il linguaggio dell'articolo per attirare giovani fessi: “Employment branding” …. sempre più ‘appealing’ ….. fiducia del “trust barometer” … all’offerta di ‘purpose’ …. “Nice to have”. Io risponderei con un bel "Go f**k yourself".
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